Coronavirus
Coronavirus, Gerry Scotti: "Usavo il casco con l'ossigeno, ho avuto paura"
Il conduttore ripercorre la sua malattia: "Sono diventato verde, ho sudato freddo. Nella stanza a fianco vedevo 24 persone immobili intubate"
Coronavirus, Gerry Scotti: "Usavo il casco con l'ossigeno, ho avuto paura"
Gerry Scotti è guarito dal Coronavirus. Il conduttore Mediaset è tornato a casa, ma la malattia non è stata una passeggiata per lui, costretto a 10 giorni di ricovero in ospedale. "Al secondo controllo al Covid Center dell’Humanitas a Rozzano - spiega Gerry Scotti al Corriere della Sera - mi è stato consigliato di rimanere da loro perché avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas. Ero già nell’unità intensiva, perché quando entri nel pronto soccorso del Covid Center non c’è l’area rinfresco, l’area macchinette, l’area vogliamoci bene: si apre una porta e da lì in poi vedi tutto quello che hai visto nei peggiori telegiornali della tua vita. Sono diventato verde, ho sudato freddo".
"I medici - prosegue Gerry Scotti al Corriere - mi dicevano di non spaventarmi: non la mettiamo in terapia intensiva ma in una stanza a fianco perché abbiamo bisogno di monitorarla, per sapere se la sua macchina, il suo corpo, ha bisogno di cure particolari. Ero in una stanzina, di là c’era la sliding door della vita di tantissime persone. Con due altri pazienti ci strizzavamo l’occhio, dai che ce la fai. Ho appurato — stando lì, due notti e un giorno — che quella era l’ultima porta. Se decidevano di aprire quel varco... Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza. Pregavo per loro invece che pregare per me".
"Sono arrivato all’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino. Per un paio di giorni a orari alterni ho dovuto indossarlo anche io, è stato un toccasana. Mi ha colpito molto anche l’affetto di tutti gli addetti ai lavori. Non voglio fare torto a nessuno, cito solo Carlo Conti, perché abbiamo vissuto un’esperienza in parallelo. Io gli chiedevo: quanti litri di ossigeno? Lui mi rispondeva 4. E io invece stavo ancora a 5. E la pastiglia, te l’hanno data? Abbiamo fatto come Coppi e Bartali...".