Coronavirus
Covid, duro j'accuse di Bassetti contro il Cts: "Come sono scelti i membri?"
“Io lavoro in ospedale e vedo i malati tutti i giorni, troppi parlano senza sapere cosa succede in corsia. Lockdown? Decide la politica non i medici”
L'infettivologo Matteo Bassetti ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira, su La7, si è scagliato contro la cattiva gestione delle ospedalizzazioni, dicendo chiaramente che c’è stato un problema di comunicazione, perché se i malati avessero saputo che in molti casi potevano essere curati a casa, molti non avrebbero contribuito a intasare le strutture sanitarie.
Non solo. Bassetti ha lanciato anche un duro j'accuse contro il Cts, il Comitato Tecnico Scientifico: "Io per diventare professore universitario ho risposto a un concorso in cui si stabilivano soglie e parametri di selezione. Per i membri del Cts quali criteri sono stati usati? I direttori dei ministeri come hanno fatto carriere? Chi gestisce oggi la parte sanitaria del Covid come è stato scelto? Lo voglio sapere da cittadino e da medico. A me dicono che non sono trasparente, io dico che lo sono e voglio che altrettanta trasparenza ci sia per chi fa parte del Cts. Il bello della la scienza è che si può essere in disaccordo, avere teorie diverse, portare ipotesi e mostrare risultati. Io vengo considerato un emico del pensiero unico imposto e questo non è il modo di fare medicina. Noi non siamo ascoltati dal ministero. Quello che dico oggi lo dico da tempo: servono protocolli di gestione territoriale, criteri condivisi di ospedalizzazione, assunzione di infettivologi..."
Nel video qui sotto l’intervento integrale.
Ospedali al collasso, l'infettivologo Bassetti: “20% dei pazienti curabile a casa”
"Io faccio il medico e mi occupo di curare i miei pazienti. Posso dire che il virus sta correndo e che il sistema sanitario può essere in affanno, ma deve scegliere la politica. Non sono i medici a decretare il lockdown". Ha poi dichiarato all’Agi Bassetti. "Tra l'altro - ha aggiunto - se un medico è in grado di sapere che cosa accade tra 6 mesi e' come un calciatore che è sicuro del risultato di una partita prima di giocarla. Anche io posso aver sbagliato le previsioni, c'è anche chi ipotizzava 151mila persone in terapia intensiva a giugno. A loro nessuno ha detto nulla".
Intanto, è stata messa a punto una bozza del protocollo della Commissione nazionale coordinata dallo stesso Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino. Paracetamolo, acido acetilsalicitico (la comune aspirina), nei casi più complessi eparina o cortisone. Queste in sintesi le indicazioni per le cure a domicilio ai malati Covid.
Per i casi asintomatici, il protocollo non prevede alcuna terapia. Per quelli con sintomi lievi (febbre non superiore a 38°C e/o lieve sintomatologia respiratoria e/o mialgie) si prescrive una terapia sintomatica, come paracetamolo, ibuprofene o acido acetilsalicilico in assenza di controindicazioni.
Quanto ai casi con sintomi moderati (febbre persistente superiore a 38.5°C per 96 ore con tosse e con dispnea da sforzo, ma saturazione dell’ossigeno a riposo in aria ambiente pari o superiore a 93% oppure a 90% in pazienti con patologie polmonari croniche) si prevede la stessa terapia sintomatica e in aggiunta l'eparina in caso di età superiore a 60 anni, ridotta mobilità o presenza di altri fattori di rischio. Cui si possono aggiungere antibioticoterapia da valutare caso per caso in base all’impegno polmonare (da non avviarsi all’esordio dei sintomi, ma in caso di sospetta sovrainfezione batterica) e cortisone indicato solamente dopo 5-7 giorni dall’esordio dei sintomi (da evitarsi in chi non presenta segni di compromissione respiratoria).
"Inoltre - spiega Bassetti - i medici di medicina generale potranno usufruire di una consulenza infettivologica telematica e così potremo gestire insieme a casa i pazienti evitando, quando possibile, di essere ricoverati in ospedale. Un esempio di collaborazione tra ospedale e territorio. Uniti si vince".