Coronavirus
Covid, i positivi inconsapevoli possono vaccinarsi? Gli esperti rispondono
La variante Omicron è oggi molto diffusa ma in tanti sono contagiati e non lo sanno perché non sviluppano i sintomi
Cosa succede a chi si vaccina ma è positivo e non lo sa perché asintomatico o presenta sintomi lievi? Ecco la risposta degli infettivologi
La caratterisiche della variante Omicron, che ha portato un'impennata dei contagi che ha costretto il Governo ha introdurre l'obbligo vaccinale per gli over 50, è quella di essere meno aggressiva ma più facilmente trasmissibile. Per questo motivo oggi in Italia ci sono moltissime persone che sebbene infettate non sviluppano particolari sintomi e non effettuano il tampone per verificare se il virus è in circolo nell'organismo. Cosa succede quando una persona è positiva ma non lo so e comunque va a fare il vaccino?
I positivi asintomatici o con sintomi lievi possono vaccinarsi? "Non c'è rischio, al massimo è una vaccinazione inutile"
Gli esperti affermano che non ci sono particolari controindicazioni per chi è positivo e si sottopone al vaccino ma molto dipende dalle proprie condizioni di salute. "Anche se la variante Omicron è molto contagiosa e particolarmente paucisintomatica - spiega a Repubblica Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) - è già capitato in passato che qualcuno si vaccinasse per poi scoprire subito dopo di essere positivo a Covid-19 o aver manifestato i sintomi della malattia".
Andreoni conferma quindi che non c'è "nessun rischio" in quanto "la stimolazione del vaccino arriva nel corso di una stimolazione naturale della malattia ma non crea nessuna conseguenza per l'organismo. Ecco perché non c'è l'indicazione di fare un tampone nasofaringeo prima di vaccinarsi: potremmo dire tutt'al più che si tratta di una vaccinazione inutile, ma non pericolosa".
L'infettivologo comunque sottolinea che si sperimentano tosse, raffreddore, mal di testa, dolori articolari o altri sintomi lievi non c'è nessun rischio anche in questo caso ma "non è mai opportuno fare una qualunque vaccinazione se non si è in perfetta forma fisica, si ha la febbre o comunque una condizione di malessere". I sintomi non possono nemmeno peggiorare "anche perché la stimolazione immunitaria del vaccino è più lenta rispetto all'infezione in corso e impiega circa 15 giorni a manifestarsi, quindi l'organismo viene stimolato ancora di più a difendersi dalla malattia".
Se invece i sintomi sono gravi si deve sì effettuare un tampone non tanto per il problema del vaccino quanto per non rischiare di contagiare altre persone. Se risultati positivi si deve poi procedere alla quarantena e poi effettuare un tampone di controllo per accertare la guarigione.
I positivi incosapevoli possono vaccinarsi? Differenze tra le dosi e bambini
Il livello di rischio per i positivi asintomatici o con sintomi lievi che si vaccinano è lo stesso a prescindere dalla dose effettuata (prima, seconda o booster). A tal proposito oggi si discute se sia utile continuare con ulteriori dosi da somministrare a cadenza trimestrale. "Non ci sono grandi differenze - chiarisce Andreoni - se non per il fatto che se l'infezione si verifica in un soggetto che ha già fatto la prima dose è maggiormente controllata grazie all'immunità acquisita con il vaccino, ma per il resto non ci sono rischi di nessun tipo né con la prima dose, né con la seconda e neppure con il richiamo".
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I bambini asintomatici possono sviluppare sintomi gravi? Secondo Elena Bozzola, segretario nazionale della Società Italiana di Pediatria e dirigente medico presso l'Unità Pediatria Ospedale Bambino Gesù di Roma, l'età non è un fattore che influisce sulla pericolosità della malattia in caso di vaccinazione. Anzi, quest'ultima "serve esclusivamente ad aumentare la protezione del bambino stesso. Non è neppure indicato effettuare un test sierologico per capire se il bambino ha contratto in precedenza in modo asintomatico il Covid".