Coronavirus
Covid, l'Italia riapre ma non è andato tutto bene: da resilienti a disoccupati
Da lunedì l'Italia riapre. E piano piano tutto tornerà alla normalità, ma niente sarà mai come prima, perchè niente potrà mai essere come prima.
Che sia successo qualcosa è evidente, che stia per succedere di nuovo qualcosa, anche. Il Covid ci ha congelato 15 mesi di vita, 450 giorni passati nel timore, nell'insicurezza e nella paura di non uscirne vivi. Ma non è questo che ci ha cambiato la vita, non è affatto andato tutto bene, e già da prima del Covid non andava affatto tutto bene, perchè un cambiamento epocale della nostra esistenza era già in atto prima della Pandemia.
E ora ne vediamo solo i risultati, e non il processo creativo evolutivo che ha portato a quel risultato finale. Per capire questo concetto è sufficiente pensare ad un incidente automobilistico: si vede solamente lo scontro, l'attimo dell'impatto, e si valuta la conseguenza dello scontro. Ma non si da mai peso al prima; a cosa veramente è dovuto quello scontro, a come si è potuto verificare e perchè.
Per capire meglio cosa è successo di dovrebbe valutare lo stato delle vetture, verificarne l'efficienza meccanica, i tagliandi; le condizioni atmosferiche, lo stato d'animo dei conducenti e la loro lucidità; lo stato della strada, la segnaletica, e l'insieme di fattori e circostanze pregresse che hanno contribuito a far sì che quello scontro accadesse. Non è fatalità, o meglio: non è mai solo fatalità quello che accade e diviene, ma è la conseguenza di tutta una serie di processi che inanellano un risultato finale ben preciso. E forse addirittura, in molti casi, prevedibile.