Coronavirus

Lazio, Zingaretti cede i dati ai russi. Cartelle cliniche italiani per Sputnik

Putin per fornire il vaccino vuole informazioni sui ceppi virali. Lo Spallanzani: "Nessuna spy story, solo accordo tra scienziati"

Lazio, Zingaretti cede i dati ai russi. Cartelle cliniche italiani per Sputnik

I vaccini, in questa fase cruciale per sconfiggere il Coronavirus, sono la merce più preziosa. I contagi non accennano a diminuire come sperato, le terapie intensive sono al collasso e il numero di decessi è altissimo. Mentre il governo Draghi tratta a livello europeo per ottenere più dosi e in breve tempo, la Regione Lazio, guidata dall'ex segretario Pd Nicola Zingaretti, insieme all'Istituto Spallanzani, sta portando avanti - si legge sulla Verità - una trattativa parallela con Putin per ottenere lo Sputnik. I pilastri dell'accordo siglato con l'istituto Gamelaya di Mosca, si basano sulla collaborazione scientifica e sui dati scambiati per conoscenza. L'obiettivo è di far vaccinare, in via sperimentale, 600 cittadini che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca con lo Sputnik.

Il pericolo, però, - prosegue la Verità - è rappresentato da quello che i russi chiedono in cambio per dare il via libera a questa sperimentazione. L'accesso ai dati genetici dei pazienti dello Spallanzani. Il problema è che se la trattativa per qualche motivo dovesse fallire e la sperimentazione non produrre gli effetti sperati, ai russi resterebbero milioni di dati sensibili. Informazioni preziose per Putin. Un problema in più per Draghi, visto il delicato momento nei rapporti con i russi, in seguito al caso Walter Biot, che ha trasmesso documenti segreti a Mosca.

Covid: Vaia (Spallanzani), nessuna spy story su Sputnik

Non c'e' nessun interesse nascosto su Sputnik, nessuna spy story, e' solo un accordo tra scienziati. Lo ha detto in una intervista a "Repubblica" il direttore sanitario dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma Francesco Vaia in merito al memorandum firmato con l'Istituto russo Gamaleja che ha lo scopo, tra gli altri, di "sostenere la cooperazione internazionale e le questioni degli investimenti nello sviluppo del vaccino Sputnik V. "Stiamo parlando di un case study che tiene conto della dimensione sociale della salute in questo momento di pandemia". "Il nostro - continua Vaia - e' il primo studio di Sputnik in Europa, che e' riconosciuto internazionalmente come un buon vaccino, anche da uno studio americano appena pubblicato. Tutto il resto e' malizia".