Coronavirus
Visoni, Italia come la Danimarca: Speranza stoppa allevamenti. Pericolo Covid
Lo spettro dell'abbattimento di milioni di visoni arriva anche in Italia. Danimarca in subbuglio dopo la decisione di uccidere 18 mln di esemplari
Sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino alla fine del mese di febbraio 2021. E' quanto dispone un'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza. A fine febbraio dell'anno prossimo, poi, verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico. Il provvedimento interviene dopo che a livello internazionale sono stati rilevati rischio da Covid-19 legati a questi allevamenti. La misura, informa il ministero della Salute in una nota, aggiunge l'infezione da Sars-CoV-2 nei visoni d'allevamento all'elenco delle malattie infettive e diffusive degli animali soggette a provvedimenti sanitari secondo il 'Regolamento di polizia veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320)'.
Pur essendo il numero degli allevamenti in Italia molto ridotto rispetto ad altri Paesi europei, "si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio superiore di sanità", ha precisato il ministero. Secondo l'ordinanza, in caso di sospetto di infezione le autorità locali competenti dispongono il sequestro dell'allevamento, il blocco della movimentazione di animali, liquami, veicoli, attrezzature e l'avvio di una indagine epidemiologica. In caso di conferma della malattia, i visoni dell'allevamento sono sottoposti ad abbattimento.
L’abbattimento di milioni di visoni è in corso negli allevamenti danesi, ma sull’esecutivo di sinistra si è abbattuta una vera tempesta di critiche che hanno spinto il ministro dell’Agricoltura, Mogens Jensen, a dimettersi. La decisione del 4 novembre, hanno sostenuto i potenti esponenti di uno dei settori economici più importanti in Danimarca, è priva di fondamento giuridico e rovina migliaia di allevatori. L’export di pelli di visoni, soprattutto verso i mercati asiatici, fattura circa un miliardo di dollari all’anno, oltre 840 milioni di euro, una parte consistente delle esportazioni nazionali, e coinvolge un migliaio di imprese; circa 6 mila posti di lavoro sarebbero ora a rischio, secondo Kopenhagen Fur, la casa d’aste dove si svolge il mercato mondiale delle pelli.
L’allevamento di animali da pelliccia è oggetto da tempo in Europa di battaglie animaliste, e in alcuni Paesi è stato vietato. La Danimarca è il primo produttore mondiale; ma la produzione di visoni è già vietata in Regno Unito e Austria; in Germania è stata gradualmente eliminata e anche Belgio, Francia e Norvegia sono su quella via. Nei Paesi Bassi è stata presa una analoga decisione in collegamento con il Covid, perché anche in quel Paese si sono verificati casi negli allevamenti. Sabato per le vie di Copenaghen hanno sfilato centinaia di trattori, molti con le bandiera nazionale, e così anche è successo nella seconda città danese, Aarhus. Nei giorni scorsi, era emerso che il governo non aveva le basi giuridiche per ordinare a tutti i produttori di abbattere i visoni, ma solo a quelli in cui si erano verificati dei casi di contagio o che si trovavano a breve distanza.