Costume

Al giro di boa dei primi cento anni di attività, Monini traccia il futuro

Eduardo Cagnazzi

Più estero, mantenimento dell'alta qualità, sostenibilità: questi i prossimi traguardi dell'azienda spoletina che ha fatto conoscere l'evo agli italiani

Nel momento più difficile per gli italiani, Monini festeggia il traguardo dei primi cento anni tracciando quale sarà il nuovo futuro. Un futuro rivolto ai mercati esteri, ma soprattutto al rispetto della natura. Questa l’ispirazione con cui Maria Flora e Zefferino Monini, terza generazione della famiglia alla guida dell’omonima azienda, presentano il “Piano di Sostenibilità 2020-2030”, cuore delle iniziative con cui l’impresa spoletina, che ha fatto conoscere l’extravergine all’Italia, celebra il suo primo secolo di vita. “Come tutti i compleanni ci siamo chiesti: che fare? Se oggi dovessimo rifare tutto, cambieremmo ben poco di quel che abbiamo fatto ieri”, afferma Maria Flora Monini, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’azienda. “Il presente ci impone invece una profonda riflessione: le nuove generazioni ci chiedono a gran voce di dare un contributo per rendere il mondo un posto migliore”. E Monini risponde all’appello con il suo "Piano di Sostenibilità" per i prossimi dieci anni, uno strumento attraverso il quale l’azienda cerca di mettere nero su bianco sulle principali sfide per costruire un futuro più sostenibile e consapevole. “Futuro che, mai come in questo frangente drammatico, dipende dalle azioni e dalle scelte responsabili del presente”, spiega Zefferino Monini, presidente e ad dell’azienda. La sostenibilità è del resto parte integrante dell’identità dell’azienda spoletina fin dalle origini, non è la scoperta o la moda del momento. E il Piano formalizza questo impegno costante con “il risultato di un’operazione di messa a sistema e integrazione di progetti già in corso e in programma, potenziati in un’ottica di lungo periodo”, aggiunge. Per Monini, infatti, la sostenibilità è un percorso che parte dalla terra per arrivare alla ricerca e all’educazione alimentare. “Le nuove generazioni ci chiedono a gran voce di dare un contributo per rendere il mondo un posto migliore, gli stessi giovani verso cui abbiamo una grande responsabilità e a cui lasceremo un’eredità altrettanto importante”, sottolinea l'ad. “Per questo abbiamo provato a immaginare il futuro che verrà con un orizzonte di dieci anni definendo azioni concrete per un mondo più sostenibile, giusto e consapevole”.

L’azienda continuerà inoltre a puntare sui mercati esteri. “Il mercato italiano è maturo, dall’estero vengono le migliori opportunità. Ed è quello che ci sta premiando di più in questi anni”, afferma Zefferino. Del resto, i dati parlano chiaro: oggi l’azienda fattura 140 milioni di euro, il 44% del fatturato è frutto dell’export. E le vendite dell’olio extravergine  confermano un trend positivi anche nei primi quattro mesi dell’anno: primo brand a volume e valore nel periodo gennaio-aprile 2020 in Italia, +14% delle vendite nel periodo considerato. Un risultato che rilancia ulteriormente l’azienda nel campo degli oli di alta qualità. Del resto, qualità, trasparenza e innovazione sono state da sempre i fattori di crescita. “Una crescita che proseguirà nei prossimi dieci anni anche attraverso forme di economia circolare, dal riutilizzo delle bottiglie verdi fino al packaging, all’insegna di un percorso virtuoso e trasparente dalla terra fino al consumo domestico”, sottolinea Andrea Marchelli, direttore Marketing.  E’ nell’ottica di considerare l’olio extravergine di qualità un elisir di lunga vita, dunque, che Monini traccia il proprio futuro. Lo fa sostenendo la ricerca della Fondazione Veronesi, facendo conoscere nelle scuole italiane i benefici all’organismo dell’olio di alta qualità, costruendo un cuore verde di passione. Il punto di partenza per costruire un nuovo mondo.