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Conegliano-Valdobbiadene: terra del prosecco e luogo di bellezze

CONEGLIANO-VALDOBBIADENE: TERRA DEL PROSECCO E LUOGO DI BELLEZZE NATURALI, ARTISTICHE E CULINARIE

Di Giuseppe Morello
 
L'area attorno a Conegliano-Valdobbiadene è uno di quegli angoli d'Italia ormai noti nel mondo.  Il "filone d'oro" che ha fatto la fortuna di questo territorio è ovviamente il prosecco divenuto docg dal 2009, i cui vigneti coprono un'ampia parte della campagna. Il successo mondiale del prosecco si spiega con un vino fresco e carico di profumi dotato di una versatilità che lo rende adatto ai pasti, alle degustazioni e agli aperitivi, e che ormai ha conquistato il mondo superando persino lo champagne. 
La cru del prosecco è il celebre Cartizze racchiuso in un'area di 107 ettari tra le colline di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Vladobbiadene. Al Cartizze si aggiunge la tipologia "Rive" (nel dialetto locale le Rive sono i vigneti in forte pendenza  lavorabili solo a mano), che nasce da uve di un unico comune (nel territorio di Conegliano Valdobbiadene ce ne sono 43). 
La regione del prosecco superiore è candidata a diventare patrimonio dell'Unesco con i suoi 6800 ettari di vigneti glera, bianchetta, verdiso e perera (i vitigni autoctoni della zona) e un paesaggio particolarmente suggestivo attraversato dalla Strada del Prosecco che da oltre vent'anni si affolla di visitatori durante la Primavera del Prosecco (nel 2018 celebrerà la sua 23esima edizione), una iniziativa che ogni anno da marzo a giugno riunisce in un unico calendario le Mostre del Vino, le feste che animano la zona durante le quali è possibile degustare il prosecco, ma anche le specialità gastronomiche locali (castagne, erbe di campo, formaggi, funghi, salumi, miele, olio)  ed è possibile incontrare i produttori della zona. La Primavera del prosecco si articola in 17 eventi (che possono durare anche settimane), e vede protagonisti 700 produttori e 300mila visitatori. A fine giugno la Notte Bianca del Gusto chiude l'iniziativa premiando i migliori produttori dell'anno. Non è un caso dunque se Conegliano-Valdobbiadene è stata Capitale della Cultura enologica e Città Europea del Vino nel 2016.
Eccellente la tradizione gastronomica da queste parti: funghi, polenta, i bigoli (una specie di spaghettoni), pasta e fasioi, polenta e osei. Vera attrazione della zona è la tradizione dello spiedo, consolidatasi soprattutto a Pieve di Soligo dove è persino nata una Accademia dello Spiedo d'Alta Marca Trevigiana che ha ottenuto per lo spiedo il riconoscimento di "Prodotto tradizionale certificato". 
La vocazione enologica della zona ha partorito la Scuola Enologica di Conegliano che accoglie l'istituto Professionale per l'Agricoltura, l'Istituto Tecnico Agrario, il Centro Regionale per la viticoltura, l'enologia e la grappa, l'Istituto sperimentale della Viticoltura e i Consorzi della DOC.   
La viticoltura da queste parti ha radici molto antiche: comincia con gli etruschi, si perfeziona coi romani e raggiunge il suo massimo sviluppo nel 500 sotto la Repubblica di Venezia. Ed è anche per questo che la zona è ricca di castelli, ville nobiliari, abbazie e chiese. Dalla pianura fra Treviso e Belluno fino alle prealpi trevigiane campeggiano le colline del prosecco dove ogni anno da marzo a giugno si svolge la primavera del prosecco. 
Conegliano, nell'Alta Marca Trevigiana, non è città solo di vino, ma anche di cultura: una ricca stagione teatrale, il Duomo rinascimentale con la sua facciata a 9 arcate che custodisce la pala del pittore Giovan Battista Cima, palazzi storici di grande pregio, come Villa dei Cedri, un ex opificio dell'800 dove in agosto si svolge l'evento "Calici di stelle".
 Non lontano da Treviso c'è poi Follina e la sua bellissima chiesa e ancor più bella abbazia con un delizioso chiostro, edificate dai monaci cistercensi nel XIII secolo su fondamenta di una chiesa risalente al V secolo (per visite contattare l'Associazione Visit Follina, info@visitfollina.it). Addentrandosi poi nell'Alta Marca si scoprono piccoli borghi, antiche pievi, vecchi castelli, il tutto immerso nelle distese di vigneti. In particolare meritano una visita la chiesetta dei Ronch a Miane, le Grotte di Caglieron e la vallata del Quartier del Piave, per non dire delle casere lungo le Rive e il rudere dell'antico molino di Crevada (la Primavera del Prosecco propone pacchetti che riuniscono degustazioni a visite, ma anche percorsi in bicicletta o a cavallo e passeggiate enogastronomiche). Da non dimenticare la vicina Vittorio Veneto, luogo della memoria della storia italiana per le vicende della Prima Guerra Mondiale, nata dalla fusione nel 1866 dei comuni di Serravalle (molto bello l'antico borgo) e Ceneda. Da visitare assolutamente l'ottimo Museo della Battaglia, che permette di riassaporare le atmosfere del primo conflitto bellico. 
Enorme l'offerta di accoglienza dagli hotel di lusso fino agli agriturismi. Ne segnaliamo uno, che spicca per bellezza e antichità. 
Nato in epoca romana, Castelbrando è un castello favoloso che nei secoli ha ospitato personaggi come Carlo Magno, il Gattamelata, Ottone I di Sassonia, Giotto e Casanova. In realtà Castelbrando è un borgo medievale che si affaccia sulla  valle in cui è appoggiato il comune di Cison di Valmarino. Oggi il castello è un elegante resort con 80 camere, un centro benessere, due ristoranti e diversi bar, cantine e enoteche, oltre a un centro congressi  e una chiesa settecentesca. Soggiornare a Castelbrando non è un'esperienza comune perché è come fare un viaggio nella storia.