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Coronavirus, i ristoranti top reagiscono: aumentano le consegne a domicilio

Il Coronavirus obbliga tutti a rimanere a casa, per questo per i ristoranti è necessario riorganizzarci. Come racconta Pambianco News, a Milano il tre stelle Michelin, Da Vittorio, ha lanciato "Da Vittorio At Home", con tre menù (carne a 100 euro, pesce a 120 e vegetariano a 90) consegnati a domicilio in tutta la Lombardia. Daniel Canzian, sempre nel capoluogo lombardo, ha creato "DanielCanzian a casa tu"a, con quattro proposte a prezzo compreso tra 55 e 70 euro alle quali se ne aggiungono altrettante di finger food (10 euro) da abbinare all’aperitivo. Filippo La Mantia ha invece scelto cosaporto.it per il delivery delle sue specialità siciliane: caponata, arancine, sfincione, cassate e cannoli sono già in consegna dalla scorsa settimana. Sono tre esempi di una risposta immediata della ristorazione di fascia alta rispetto all’emergenza in corso. Si tratta, in sostanza, dell’unica soluzione possibile per tenere acceso il motore del fine dining in Italia: assicurare ai clienti un’esperienza “stellata” a casa propria. L’alternativa altrimenti è chiudere tutto fino ad aprile. Come ha già annunciato, per esempio, Massimo Bottura, che ha abbassato le serrande delle sue attività a Modena.

Coronavirus, aumentano le consegne a domicilio: il decalogo di RistoratoreTop

Del resto, prosegue Pambianco News, le disposizioni inizialmente previste per la Lombardia e per le altre 14 province colpite dalle restrizioni, e da oggi estese in tutto il territorio nazionale, sono chiare: dopo le 18, le attività legate alla ristorazione devono restare chiuse. E in orario diurno, occorre rispettare le misure di sicurezza a partire dalla distanza minima interpersonale di almeno un metro. In queste condizioni, portare avanti un locale in maniera proficua è quasi impossibile. Occorre quindi trovare un modo per raggiungere i clienti a casa. Il ricorso al delivery è il primo punto del decalogo suggerito da "RistoratoreTop", agenzia specializzata in marketing per la ristorazione, per contenere i danni derivanti dal virus. L’agenzia ha intervistato oltre 150 ristoratori sul territorio nazionale: circa l’80% lamenta cali tra il 40 e il 90%, mentre il 10% non ha registrato cali e il 10% addirittura guadagna di più proprio grazie alla consegna a domicilio. L’agenzia ricorda che il ricorso al delivery, sia tramite piattaforme dedicate sia tramite sistemi propri, è effettuabile nel rispetto delle norme di sicurezza igienico-sanitarie. “Per chi non avesse mai utilizzato il delivery, potrebbe essere il momento giusto per percorrere questa strada, anche convertendo in rider i dipendenti disponibili a modificare le proprie abitudini finché non verrà ripristinata la normalità”.