Dolce&Gabbana e quelle scuse contrite. Ma la Cina dice: "Troppo tardi". VIDEO
In un video sul social network Weibo Domenico Dolce e Stefano Gabbana si scusano dopo i fatti che hanno portato alla cancellazione della loro sfilata. Ma...
Di Maria Carla Rota
"In questi giorni abbiamo pensato moltissimo e con grande dispiacere a quello che è successo. Non succederà più". Con queste parole Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono usciti allo scoperto dopo le polemiche scaturite in Cina a causa di uno spot "sessista", che hanno portato alla cancellazione della sfilata prevista a Shanghai e a un’ondata di critiche che sta travolgendo il marchio in tutto il mondo.
Considerata l'emergenza, una delle più gravi affrontate nel corso della storia aziendale, i due stilisti sono scesi in campo mettendoci la faccia. Ecco allora il video diffuso sul social network cinese "Weibo". "Le nostre famiglie ci hanno insegnato il rispetto per le altre culture e per questo vogliamo chiedervi scusa se abbiamo commesso errori nell’interpretare la vostra". "Vogliamo anche chiedere scusa a tutti i cinesi del mondo, prendiamo molto seriamente queste scuse e questo messaggio". “Siamo sempre stati molti innamorati della Cina, amiamo la vostra cultura e certamente abbiamo ancora molto da imparare. Per questo ci scusiamo se abbiamo sbagliato nel nostro modo di esprimerci”, continua Dolce. “Faremo tesoro di questa esperienza. E non succederà mai più, anzi: proveremo a fare di meglio”. Seguono le scuse in lingua cinese.
Un gesto necessario considerata la rivolta planetaria dei consumatori. Un gesto estremo dopo il goffo tentativo iniziale (e prontamente caduto nel dimenticatoio) di addossare la colpa a un presunto attacco hacker all'origine di quei messaggi razzisti che hanno scatenato l'ira degli abitanti all'ombra della Grande Muraglia. Per scusarsi i due co-fondatori della casa di moda hanno scelto un look minimal: entrambi in felpa nera, siedono con le mani strette, quasi congiunte, appoggiate a un grande tavolo. Sguardo contrito, voce impostata. Leggono lentamente un testo di scuse. Un'immagine da carcerati, a guardarla da Milano. Un'atmosfera alla bin Laden, commentano gli italiani in televisione. E non aiuta l'inquadratura per noi sballata, la cosiddetta "aria in testa", ovvero tutto quello spazio vuoto sopra i due protagonisti del video, su cui incombe uno sfondo arabescato rosso e oro. Una scelta che potrebbe sembrare sbagliata. Un'atmosfera molto lontana dall'eccentricità che caratterizza le creazioni Dolce & Gabbana. Una sobrietà che contrasta con quelle meravigliose vetrine e con le sfilate-evento, in entrambi i casi quasi delle opere d'arte, a cui gli stilisti ci hanno abituato.
Eppure tutto è probabilmente studiato a tavolino per la cultura cinese: gli abiti neri, la gesticolazione inesistente, la mancanza di primi piani. Sono tutte accortezze prese per non urtare, almeno stavolta, i consumatori di un Paese che entro il 2030 rappresenterà il 46% del mercato del lusso mondiale.
La posta in gioco è alta e bisogna tentare il tutto per tutto per recuperare una situazione che potrebbe pesantemente danneggiare il marchio, considerato che i responsabili dei siti di e-commerce, un importante canale di vendita per l'azienda, hanno deciso di cancellare dalle loro piattaforme i prodotti D&G. E anche molte celebrità cinesi, come l'attrice Zhang Ziyi, l'attore Chen Kun e il cantante Karry Wang Junkai, avevano annunciato pubblicamente che avrebbero boicottato la sfilata.
Non resta ora che vedere se le scuse avranno convinto il popolo cinese... Dalle prime reazioni sui social netowrk sembrrebbe un tentativo ormai fuori tempo massimo: la tensione tra i consumatori cinesi non accenna a calare. "It's too late to apologise" ("è troppo tardi per scusarsi") recita un video virale che gira sui social network da Pechino a Shangai, sulle note di una famosa canzone.
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