Costume
Pizza Unesco, vince la "pizza Doppia" di Giuseppe Vitiello
Si discute in questi giorni a Parigi in attesa del voto decisivo a Seul
E’ Giuseppe Vitiello con la sua ‘pizza Doppia’ il vincitore della seconda edizione del contest internazionale #pizzaUnesco, la gara ideata da Mysocialrecipe (piattaforma di deposito e certificazione di ricette originali) che ha coinvolto 232 pizzaioli di 24 Paesi esteri per sostenere il riconoscimento Unesco dell’arte del pizzaiolo napoletano come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Ad annunciarlo a Napoli è l’ideatrice del contest, Francesca Marino, nel corso di un evento promosso proprio per appoggiarne la candidatura di cui si parlerà in Commissione a Parigi, in attesa di arrivare alla decisione ufficiale dell’assemblea convocata a Seul. I dieci finalisti sono stati giudicati giudicati da Enzo Vizzari, Allan Bay, Giorgio Calabrese, Eleonora Cozzella, Fiammetta Fadda e Scott Wiener. Non solo grandi maestri campani, uniti nel segno della creatività e della qualità, a contendersi il titolo di vincitore del concorso sono stati anche talentuosi rappresentanti dell’arte bianca sparsi per il pianeta, dagli Usa all’Australia, dai Paesi Bassi al Marocco, dalla Russia alla Grecia, che hanno inviato le loro creazioni tonde su www.mysocialrecipe.com, per un totale di 374 pizze in gara.
Artigiani esperti, ognuno con caratteristiche diverse ma tutti accomunati dalla continua voglia di innovarsi: c’è chi si impegna a divulgare la cucina italiana in Australia, come Giovanna Alberti, unica lady tra i finalisti, e chi invece da cento anni tramanda di padre in figlio la passione per questa arte sul territorio stesso, come Salvatore Grasso, al comando di una delle quattordici pizzerie centenarie di Napoli; c’è chi è partito da Fuorigrotta per girare il mondo fino ad arrivare nella Grande Mela e aprire un “tempio” della pizza napoletana oltreoceano (Ciro Iovine) e chi dopo un decennio da filmmaker tra Inghilterra, Italia, Olanda e Belgio ha deciso di convertire il proprio studio a Rotterdam in una sorta di pizzeria “dopo lavoro” (Vincenzo Onnembo). Ma sono tanti altri i custodi di questo antico mestiere, che da garzoni sono diventati veri ambasciatori e, con Mysocialrecipe, protagonisti assoluti del contest (tra cui Gennaro Battiloro, Raffaele Bonetta, Francesco Pone, Carlo Sammarco e Clemente Valentino).
A sbaragliare tuttavia la concorrenza, è stato Giuseppe Vitiello, erede della famiglia di pizzaioli più famosi del casertano, con il suo disco gourmet realizzato con due impasti sovrapposti (provola sotto e passata di pomodoro con olio aromatizzato all’aglio e basilico sopra) e giudicato il migliore per la sua capacità di unire tradizione e innovazione. Un mix che rispecchia in pieno la filosofia di questo giovane talento, già vincitore del neocampionato europeo per la sezione “pizza napoletana”, che quotidianamente sperimenta “blend” alternativi a base di curcuma, caffè, cacao, farina semintegrale, multicereali e paprika. “In questa seconda edizione -spiega Francesca Marino - abbiamo quasi triplicato il numero delle pizze partecipanti rispetto allo scorso anno (chiuso a quota 140) e soprattutto abbiamo incassato l’interesse di tantissimi pizzaioli all’estero, con una quota rosa senza precedenti (28 pizzaiole, di cui 4 straniere). Un risultato che si inorgoglisce e soprattutto ci fa ben sperare per il voto decisivo in Corea del Sud. Ora -aggiunge- non ci resta che aspettare, consapevoli che questa finale del contest a Napoli rappresenta una tappa di avvicinamento fondamentale per quello che speriamo diventi il prodotto simbolo del made in Italy riconosciuto dall’agenzia dell’Onu. Dal canto nostro, siamo già a lavoro per organizzare la prossima edizione del concorso, fiduciosi di poter celebrare l’autentica arte del pizzaiolo napoletano anche come new entry della lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale”.
Eduardo Cagnazzi