Costume

Lectio magistralis di Parisi, il Nobel critica "l'arroganza degli esperti"

l'opinione di Paolo Diodati

La lectio magistralis di Giorgio Parisi alla Sapienza di Roma accontenta e scontenta un po' tutti

Il 22 novembre, alla Sapienza di Roma, c'è stata l'inaugurazione dell'anno accademico 2021-2022 con una lectio magistralis di Giorgio Parisi, fresco vincitore del premio Nobel per la fisica, che ha scelto di trattare il fondamentale e attualissimo tema "Il senso della scienza".

Sergio Mattarella, nel solito intervento come saluto finale, ha dimostrato o di non aver ascoltato tutta la complessa e articolata lectio o di non averci capito molto, recependo solo parole e concetti di suo gradimento. Infatti, sapendo ormai a memoria la canzonetta, diventata canto sacro, ha fatto, per chi non aveva dormito, la figura del peracottaro nei comizi di paese, bestemmiando questa assurdità: "la campagna vaccinale è stata come una specie di referendum sulla scienza, che ha visto l'87% di italiani sottoporsi al vaccino." 

Chi dovesse leggermi, mi scuserà (o me ne sarà grato) se non scriverò intere pagine di biasimo felpato e rispettoso, ma nella sostanza micidiale, per sottolineare che se il signor Mattarella, con mascherina, grossi occhiali neri e colbacco fino agli occhiali, dicesse la bestialità di cui sopra, in un circolo di persone appena appena acculturate, appartenenti al restante 13%, sarebbe preso a pernacchie e improperi, perché è luogo comune risaputo, che la scienza non è affatto democratica e non ammette referendum in cui 1 vale 1 e quindi il suo voto da ignorante replicante, varrebbe quanto quello dell'eccelso Giorgio Agamben! Chi pratica la Scienza, non la umilierebbe mai, sottoponendola ad assurdi e ridicoli referendum.   

E qui è il caso proprio di ripetere l'accusa che un illustre ex dipendente dell'Istituto Superiore di Sanità, di cui ora taccio il nome, lanciò a sproposito a tutti noi: "Avete voluto o vi hanno appiccicato per sette anni, un tale presidente della Repubblica? E ora tenetevelo! Lui, le cavolate che dice, che fa e che fa fare!"

87% tra sicuri per partito preso, ignoranti o costretti a sembrar tali, hanno votato per la canzone sacra governativa e hanno vinto il referendum? Ma la verità scientifica potrebbero averla quelli del 13% che non si sono uniti al gregge dei replicanti.

La verità? La scopriremo, o la scopriranno, solo vivendo... come cantavano i due del Canto libero, non passivamente replicanti, di cui uno son sicuro che faccia parte del 13% e l'altro, se fosse vivo, farebbe altrettanto.

Non posso fare qui, adeguate considerazioni, ovviamente documentate, sull'evoluzione che ha avuto Parisi in questi difficilissimi due anni. Invito gl'interessati a prendere visione dei suoi molteplici contributi scritti, specialmente da quando ha rivestito il ruolo di Presidente dell'Accademia dei Lincei. Alcuni colleghi mi hanno ricordato o riferito i suoi primi interventi televisivi in cui, impacciato, ma deciso, contestava i dati numerici messi a disposizione degli studiosi e ripeteva "Qui c'è qualcosa che non torna. Io i dati e i grafici li so leggere!".  Per non parlare di documenti scritti sull'inattendibilità del tasso di contagio Rt. 

Pur partendo da posizioni di dubbio e a volte molto critiche sulle procedure e sulle interpretazioni dei dati di cui, ripetiamo, reclamava la totale disponibilità pubblica, per il problema se vaccinarsi o meno, non ha avuto esitazioni: ha già fatto la terza dose. Ciò non toglie, però, che la sua Lectio abbia risentito del dilemma se correre o no il rischio, ribadendo anche solo in parte le sue critiche iniziali, d'essere attaccato da parecchi dell'87% dei vincitori del referendum o se, al contrario, essere classificato come un bevitutto governativo.

Ha scelto quindi, di accontentare e scontentare un po' tutti, barcamenandosi egregiamente nel caos ormai totale, a voler essere sinceri cronisti e attenti osservatori:  si litiga ormai anche in una stessa famiglia, i partiti sono spaccati, altrettanto gli addetti ai lavori. Solo i diktat imposti ai mezzi radiotelevisivi governativi, mostrano l'accordo quasi globale di tutti. Anche nel non chiamare medici eroici ed esemplari come, ripeto ancora, Luca Speciani, fondatore e presidente dell'AMPAS, medicina di segnale, con 1025 medici. Varrebbe la pena di sentirne uno che parlerebbe a nome dei 1025, piuttosto che sentire i sempre più frequenti isterismi anche sempre più intolleranti e maleducati d'un Bassetti, che rappresenta solo se stesso, essendo anche la Sacra Quadrimurti divisa e litigiosa. Non solo, ma come risentire Galli, dopo che è stato immediatamente sconfessato da collaboratori del suo stesso reparto, dopo la perentoria affermazione sul suo reparto, dichiarato pieno di ricoverati non vaccinati e in terapia intensiva, sempre e solo non vaccinati? Galli è la rappresentazione inconfutabile delle esagerazioni dette in mala fede. E, con tutto ciò, l'asfissiantissima, insopportabile, autopiacentesi Palombelli, continua a chiamarlo, insieme al tizietto strano con occhialini gialli che a furia di stiracchiarsi sulla sedia, prima o poi finirà in terra!

"Ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale", ha detto testualmente il Nobel: perché l'articolata lectio, è iniziata con queste parole, prendendo immediatamente di petto il dramma attuale? Considerando la lectio nel suo insieme, si arriva alla constatazione che ci sia un colpo al cerchio e uno alla botte, non volendo scegliere, come già detto, da quale parte essere lapidato.

Un'affermazione simile, ho già verificato, è la tipica accusa che ciascuna delle due parti contrapposte, pensa sia riferita alla parte opposta. 

Ecco alcune mie considerazioni. 

Normalmente le lectio magistralis vengono riportate nei volumi che fanno storia nella biblioteca dell'Università. Un argomento così delicato, trattato in una simile occasione, quindi viene scritto, limato e controllato, soppesando parola per parola. 

Parisi ha parlato di "tendenze antiscientifiche nella società attuale"!

Avesse voluto riferirsi chiaramente a una sola delle due parti contrapposte, avrebbe avuto tanti modi diversi per specificare, facendo chiarezza sui destinatari dell'affermazione. 

E ora posso domandare: è una tendenza antiscientifica l'aver cercato e trovato cure sicure da usare immediatamente, ai primi sintomi del covid? Sarebbe antiscientifico se qualcuno di Affaritaliani.it intervistasse adeguatamente Luca Speciani, cosa che auspicherei? 

È una sana tendenza scientifica, quella di perseverare nel vicolo cieco intrapreso, per irresponsabile cocciutaggine politica, col terribile tarlo interno di non sapere come uscirne e, di fronte alle continue conferme dell'inadeguatezza delle continuamente modificate correzioni delle prescrizioni, ora addirittura oggetto di polemiche tra gli stessi che dettano la linea, addossare ai non vaccinati i propri insuccessi? 

È una sana tendenza scientifica, quella di aver combattuto dall'inizio e di continuare ad ignorare l'apporto degli eroici medici che avevano trovato le medicine da usare ai primi sintomi del covid, curando i malati a domicilio?

Degli incontri chiesti da fior di medici con appelli plurifirmati e non ascoltati, umilianti attese di una risposta mai arrivata per protocolli funzionanti e che hanno salvato chissà quanti malati, i signori Speranza, Mattarella, Conte e Draghi, ne risponderanno, prima o poi, di fronte alla legge!

Il prudente e diplomatico Parisi, ha però avuto qualche cedimento, finendo con l'essere, anche fin troppo chiaro. Altrimenti, perché arrivare a dire "l'arroganza degli esperti, innalzati a detentori della verità assoluta, alimenta lo scetticismo nei cittadini, perché l'ostentazione della sicurezza e la pretesa degli atti di fede, aboliscono la differenza tra medicina e stregoneria"?

E di veri atti di fede ne danno dimostrazione continua quasi tutti i "moderatori" dell'ormai insopportabile pandemia radio-tele-digito-cartacea-intercontinentale, sulla pandemia. 

Qualcuno oserà spiegare a Mattarella o addirittura al monumento di se stesso, Bassetti, cosa ha detto, complessivamente, Parisi? 

Ma anche lui, Parisi, dopo tutta la fatica fatta per arrivare al suo livello, sarebbe zittito dal pazientissimo e soffice Bassetti con queste parole "Io non so se lei conosca veramente un po' di fisica. Se la conosce, allora parli di fisica. Altrimenti stia zitto! Ma se vuole proprio parlare con me di vaccini, prima si iscriva a medicina, prenda la laurea con 110/110 e lode come il parlante. Poi col dottorato, si specializzi come me, in tuttologia e poi, senza far pesare di chi sia figlio o nipote, vinca un primariato. E poi gli altri vedranno la differenza dal paragone, con me! Che figuraccia, farà il paragone, con me! Ne uscirà bocciato lui e chi lo difende! E allora verrà a sentirmi con la giusta attenzione, cercando di farsi spiegare quello che dico. Io parlo italiano. Se lei non capisce, allora si iscriva a lettere, si laurei, ecc.… ecc..".  

Nota folcloristica: nella giornata inaugurale dell'a.a. attuale non poteva mancare l'ormai tradizionale contestazione studentesca. Dalle giornate storiche del Movimento Studentesco del famoso '68, tante chiacchiere, tanti progetti, tante botte, vetri rotti e ... poi?

Quest'anno c'è stata la manifestazione dei giovani del Fronte della Gioventù Comunista, che hanno contestato soprattutto Nicola Zingaretti, con l'accusa d'aver svenduto l'università alle aziende private. 

Prima riconoscevo a Zingaretti l'unico merito d'aver detto la verità sul motivo delle sue dimissioni da segretario del PD (non ne poteva più d'esser tirato da tutte le parti per la giacchetta ormai a brandelli...). Ora dovrei complimentarmi con lui per aver visto e permesso un'attività addirittura vitale per chi vive in un'ambiente, l'università, dove si progredisce nella carriera, o si dovrebbe, in base alle pubblicazioni che si producono...

I giovani contestatori di Zingaretti vorrebbero che all'università si lavorasse su tematiche scollegate dagli interessi del mondo esterno all'università? Tematiche scollegate dagli interessi concreti delle aziende che, particolare non secondario, finanziano le ricerche svolte su un progetto proposto da loro?

Io e i miei colleghi, tra fisici e ingegneri, non sappiamo se Nicola Zingaretti abbia fatto di concreto e in più, nella regione Lazio, rispetto a quanto noi abbiamo fatto sempre collaborando con imprese, ma anche con professionisti che chiedevano realizzazioni pratiche di strumentazione non esistente nel mercato. Se avesse incoraggiato simili attività, potrebbe avere un secondo merito, altro che contestazione!