Influenza, allarme polmonite. Lavarsi le mani non basta: i falsi miti
Allarme soprattutto per gli over 60. Rispetto a malattie gravi come la polmonite, sono più informati ma meno consapevoli: si sentono sempre meno a rischio
Attivi, dinamici, il loro è un invecchiamento sempre più ritardato, ma non sempre sanno come prevenire una malattia come la polmonite, che pure riconoscono come grave, diffusa e potenzialmente mortale. Sono gli over 60 italiani, oggetto di una ricerca quantitativa condotta da AstraRicerche per conto di Pfizer nel mese di settembre 2017 su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.706 persone, 18-85enni), e da cui sono emerse alcune incongruenze tra il percepito della malattia e le intenzioni di comportamento.
"Spesso gli adulti sani non sono consapevoli del potenziale rischio di contrarre malattie infettive, ritenendo di non aver bisogno dei vaccini. In realtà, tutti siamo a rischio di contrarre la polmonite, che è tutt'ora la prima causa di decesso per malattie infettive nei Paesi Occidentali", ha spiegato Francesco Blasi, Responsabile dell'Unità operativa di Broncopneumologia presso l'Irccs Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Cà Granda di Milano. "Solo in Italia si contano ogni anno oltre 9.000 morti a causa della polmonite, per il 96% tra gli over65, quasi tre volte quelle dovute a incidenti stradali e oltre 33 volte quelle causate dall'influenza".
Tra sottostime e falsi miti sulla prevenzione il rischio concreto è di ammalarsi. Il 75% del campione ritiene che la polmonite si possa prevenire (+15% negli over 60) ma, per la maggior parte di chi lo pensa (83%), la chiave per la prevenzione risulta essere il mantenersi in buona salute, per avere il sistema immunitario sempre "pronto", risposta largamente dominante rispetto al lavarsi spesso le mani con acqua tiepida e sapone (37%, 51% nella fascia 70-85enni).
"La vaccinazione antipneumococcica è ad oggi l'unico strumento di prevenzione primaria in grado di evitare l'infezione da pneumococco e prevenire lo sviluppo delle malattie e delle complicanze che questo batterio può portare", commenta Michele Conversano, Past President della S.It.I. Società Italiana di Igiene e Presidente di HappyAgeing. "In particolare, con il vaccino coniugato, che negli adulti richiede un'unica somministrazione per tutta la vita, si può "tenere pronto" il sistema immunitario a reagire nel caso di infezione da pneumococco. I nuovi LEA prevedono che da quest'anno il vaccino pneumococcico sia raccomandato e gratuito in tutte le regioni per tutti coloro che hanno 65 anni o per chi ha una patologia cronica come ad esempio patologie polmonari croniche, malattie cardiovascolari o il diabete. Soprattutto nella popolazione adulta e anziana è importante che aumenti la consapevolezza del rischio di contrarre la polmonite, e che tutti usufruiscano del proprio diritto ad essere vaccinati".