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North Face boicotta Facebook a sostegno dei diritti civili.Si unisce Patagonia

La replica di Facebook: costante collaborazione con i gruppi per i diritti civili

North Face boicotta Facebook, Patagonia anche Instagram

Alcuni grandi brand stanno ritirando la loro pubblicità da Facebook per protestare contro l’inazione del social network, a sostegno dei diritti civili. Tra questi i marchi di abbigliamento sportivo North Face e Patagonia da luglio, hanno annunciato, boicotteranno il social. Le due aziende, da sempre in prima linea per lo sviluppo e la tutela della dimensione etica dei prodotti, hanno aderito alla campagna Stop Hate For Profits contro la diffusione di contenuti razzisti, violenti e inappropriati sulle piattaforme social. North Face nei giorni scorsi ha comunicato che la sua pubblicità su Facebook rimarrà sospesa "fino a quando non saranno messe in atto politiche più restrittive per impedire" la circolazione di tali contenuti. Anche Patagonia si aggiunge all'appello, dichiarando che il suo boicottaggio andrà avanti "almeno fino alla fine di luglio". “Da elezioni sicure alla pandemia globale fino alla giustizia razziale, gli interessi sono troppo alti per restare indietro e lasciare che l’azienda continui a essere complice nella diffusione di disinformazione, fomentando paura e odio”, scrive in un tweet il marchio sportswear.

Facebook: pioggia di critiche al social network anche dai suoi dipendenti

La VP Corp inoltre, proprietaria di North Face, stando a quanto riporta CNN, sta valutando se far boicottare il social network anche da altre sue aziende, come Timberland e Vans. Intanto Facebook continua a essere oggetto di critiche severe. A puntare il dito sono anche i suoi stessi dipendenti, dopo la decisione del suo fondatore, Mark Zuckerberg, di non rimuovere alcuni post del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sulle proteste contro il razzismo dopo l’uccisione di George Floyd. Contenuti altrove segnalati come inappropriati e pericolosi.

LA REPLICA DI FACEBOOK

"Investiamo miliardi di dollari ogni anno per mantenere la nostra comunità sicura e lavoriamo costantemente con esperti esterni per rivedere e aggiornare le nostre policy - fa sapere Facebook in una nota -. Ci siamo sottoposti a una audit sui diritti civili e abbiamo bandito 250 organizzazioni della supremazia bianca da Facebook e Instagram. Gli investimenti che abbiamo fatto in Intelligenza Artificiale ci permettono di individuare quasi il 90% dei discorsi d'odio su cui interveniamo prima che gli utenti ce li segnalino, mentre un recente rapporto dell'Unione Europea ha rilevato che Facebook ha esaminato più segnalazioni di hate speech in 24 ore rispetto a Twitter e YouTube. Sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare, e continueremo a collaborare con i gruppi per i diritti civili, il GARM e altri esperti per sviluppare ancora più strumenti, tecnologie e policy per continuare questa lotta".