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Turismo: 2 città su 3 soffrono i "troppi turisti". E' allarme: il caso Venezia
Overtourism: quando i turisti sono di troppo. Una ricerca Roland Berger dimostra come 2 città europee su 3 soffrono l'eccesso turistico.
OVERTOURISM: DUE CITTÀ EUROPEE SU 3 SOFFRONO IL «TROPPO TURISMO». L’EMERGENZA VENEZIA
Il fenomeno overtourism incombe sulle principali città europee e non solo. I cosiddetti «city breaks», ossia le visite mordi e fuggi nelle città più belle d’Europa, hanno registrato un incremento del 56% in 10 anni, mettendo di fatto in crisi i centri urbani di tutte le dimensioni. A dirlo è Roland Berger che nello studio «Protecting your city from overtourism» ha analizzato 52 località europee misurandone il tasso di overtourism.
La ricerca Roland Berger: 52 città europee analizzate
Roland Berger ha passato al setaccio 52 città in Europa incrociando due fattori in ottica overtourism: il numero di pernottamenti rispetto agli abitanti e il valore economico generato dal turismo. Risultato: due città europee su 3 soffrono il «troppo turismo». Secondo gli esperti di Roland Berger solo le cosiddette «Shininig Stars»: Londra, Vienna, Berlino, Monaco e Roma, rappresentate dal 17% del campione; o, ancora, e le categorie «Peak performance» e «Sustainable quality», entrambe con l’8% del totale, riescono a mantenere livelli di turismo gestibili e sostenibili al punto da tenersi lontane dalla minaccia overtourism. Il restante 67% si divide tra città in difficoltà, realtà a rischio e… “centri sottoutilizzati”. Nel mirino degli analisti ci sono le «Mass Traps» e le «Under Pressure», rispettivamente con l’8% e il 15% del campione: sono schiacciate dal crescente flusso di turisti alla ricerca di «city breaks» a basso costo. Tra le prime troviamo Bordeaux, Bruges, Praga e Salisburgo, mentre nel secondo gruppo rientrano Amsterdam, Barcellona, Copenaghen, Dublino, Francoforte, Lisbona e Reykjavík. Ultimo cluster analizzato: le “Unused potential” con il 44% del totale. Si tratta di città in possesso di un grande potenziale turistico che però non riescono a valorizzare, rischiando così di rimanere fuori dai flussi turistici core.
Le italiane in classifica
Sono 4 le città italiane analizzate nel rapporto sull’overtourism targato Roland Berger. Tra queste, a sorpresa, Roma si aggiudica la medaglia d’oro grazie al livello sostenibile di turisti distribuiti durante tutto l’arco dell’anno, e si colloca quindi tra le 5 “Shining stars” europee insieme a Londra, Vienna, Berlino e Monaco. Appunto. Mentre Torino e Verona, come le altre appartenenti al gruppo delle “Unused potential”, devono ancora valorizzare le proprie potenzialità con apposite strategie di medio-lungo periodo per trarre il massimo beneficio dai flussi turistici. Senza soccombere al fenomeno dell’overtourism. Tutt’altra situazione invece per Venezia che si classifica pericolosamente nella categoria “Under pressure”. Secondo gli esperti di Roland Berger, l’incontrollabile flusso di viaggiatori che ogni giorno sbarcano in laguna, la progressiva sparizione degli esercizi commerciali locali e la graduale diminuzione della popolazione nativa sono i principali fattori che stanno mettendo in ginocchio il capoluogo veneto. Misure immediate e di tipo reattivo sono state attivate con l’obiettivo di ridurre il numero di turisti in entrata, a partire dai ticket per l’ingresso giornaliero e i tornelli in città. Sarà sufficiente?.
Il commento
Spiega Francesco Calvi Parisetti, partner di Roland Berger: «La situazione di Venezia è paradossale: gli alberghi e le altre strutture ricettive, pur favorite da Airbnb, sono sottoutilizzati. A questo si somma la stagionalità che vede luglio con oltre il doppio dei turisti rispetto a dicembre o a gennaio. Non solo. Le punte nel fine settimana che si registrano lungo tutto l'anno potrebbero essere ammorbidite con offerte ad hoc vista anche l'elevata componente di turisti extra-UE (USA, Cina e Corea superano il 20% del totale presenze, fonte: annuario del Turismo della Città di Venezia). È insensata anche la concentrazione dei flussi sulla direttrice Rialto-San Marco. Vanno creati percorsi alternativi. Il Carnevale è naturalmente un periodo di particolare affollamento, dove la congestione aumenta a dismisura e i limiti agli ingressi a piazza San Marco finora imposti non rappresentano evidentemente una soluzione adeguata».