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Unioni civili, il presidente di Arcigay: "Italia indietro di decenni"

Di Maria Carla Rota
@MariaCarlaRota


"Il voto irlandese deriva dalla consapevolezza di un popolo che vuole superare la visione delle coppie omosessuali come una cosa "altra", da non considerare alla pari. Ora l'Irlanda con un referendum, che è uno strumento un po' improprio se vogliamo, ha deciso che tutte le persone devono avere gli stessi diritti e la stessa dignità, come dovrebbe essere normale. E' una bella luce che arriva all'Italia". A commentare con Affaritaliani.it l'esito del referendum sui matrimoni gay è Flavio Romani, presidente di Arcigay.

Una luce che potrebbe illuminare il nostro Paese?
"
Magari. Questo referendum è una grandissima boccata di ossigeno alla comunità lgbt italiana, ma è anche lo specchio della vergogna per la nostra classe politica. Se i nostri parlamentari avessero un po' di dignità in più e una visione politica matura e lucida, vedrebbero che l'Italia è stata sorprassata da un Paese che è sempre stato considerato di mentalità bigotta e antiquata, non certo un faro di civiltà e di cultura. E invece l'Irlanda ha fatto passi da gigante nelgi ultimi due decenni, paddando dal considerare l'omosessualità come un reato al riconoscere i matrimoni omosessuali. E' l'ennesimo campanello d'allarme che ci arriva dopo quelli di altri Paesi e delle istituzioni europee. E' ora che in Italia i politici si sbrighino".

Come giudica il disegno di legge attualmente in discussione davanti alla Commissione Giustizia del Senato?
"A mio parere è l'ennesimo treno perso: se Renzi avesse voluto prendere il treno giusto avrebbe dovuto riconoscere i matrimoni gay, facendo un salto completo. Le unioni civili sarebbero state perfette venti anni fa, quando si parlava di Pacs, all'inizio degli Anni Duemila. Per noi sembra la rivoluzione, ma è già cosa vecchia. Comunque va bene. L'importante è che venga approvato questo testo così come è, con il riconoscimento totale dei diritti e la possibilità di adozione dei figli del partner".

La presenza nella maggioranza di un partito come quello di Alfano potrebbe essere un problema?
"C'è già l'assalto allo svuotamento e alla demolizione di questo testo. Alfano ha già cominciato, ma è meglio che non diventi un problema. Questa è già una legge di compromesso che non ci accontenta del tutto. Se il Pd ascolterà queste forze conservatrici, sarà la fine. Piuttosto che una brutta legge a quel punto sarebbe meglio niente. Spero che il Pd sappia tener duro e faccia fare un passo avanti dignitoso a questo Paese. Se approvato così com'è, con questo disegno di legge si metteranno in sicurezza tutta una serie di situazioni che in questo momento sono costrette alla precarietà, soprattutto per quanto riguarda i figli".

Il Vaticano potrebbe essere un ostacolo?
"Il Vaticano farà il suo mestiere, anche se per ora non vedo una guerra scatenata. Forse se ne sono fatti una ragione e ritengono che sia inevitabile. L'importante è che i nostri politici ricordino di essere politici di un Paese laico e mantengano loro indipendenza, senza lasciarsi infleunza ogni volta che un vesconvo alza il sopracciglio".