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"Violenza in azienda? E' subdola". Parla la prima peace manager d'Italia

Maria Carla Rota

"La violenza sul posto di lavoro può non essere plateale, ma non per questo è meno subdola". Lo spiega ad Affaritaliani.it Antonella Zaghini, "peace manager" di Guna, azienda italiana nel settore della medicina low-dose. Una figura ad oggi unica nel panorama imprenditoriale italiano, nata nel 2010 per favorire un clima aziendale quanto più possibile costruttivo, sereno e collaborativo. E' responsabile dell’area CSR e di tutta l’attività interna centrata sulla valorizzazione dell’inclusione, dell’aiuto reciproco e del rispetto sul luogo di lavoro.

Che tipi di violenza esistono in azienda?

"Posso parlare per quanto riguarda la nostra realtà: abbiamo riscontrato problematiche relazionali legate alla difficoltà ad affrontare momenti di chiarimento interpersonale, e comprendere le motivazioni altrui che generano determinate reazioni o comportamenti. Ma anche, a volte, piccole gelosie o pregiudizi, che – frapponendosi tra il gruppo e il raggiungimento degli obiettivi – possono costuituire di per sé atteggiamenti «violenti»".  

Come è nata in Guna l'idea di introdurre la figura aziendale della peace manager?

"E' un percorso nato nel 2010 a seguito di una significativa esperienza sul tema della nonviolenza, ovvero la prima Marcia Mondiale della Pace, con 300 eventi organizzati percorrendo 190.000 km attraverso 98 nazioni. Guna «adottò» i 3.000 km della Marcia in Italia, sostenendone economicamente la realizzazione, e ideò, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, un concorso nazionale sul tema, per gli alunni delle terze medie, dal titolo «Facciamo la Pace». I vincitori vennero coinvolti in uno straordinario laboratorio sulla non violenza organizzato presso il Campus ONU di Torino. Un’esperienza che ha ispirato e motivato tutta l’azienda nel proseguire impegnandosi concretamente su questi valori, che per noi sono imprescindibili".

Qual è il suo ruolo?

"Sostanzialmente sono due. Primo, organizzare il 2 ottobre di ogni anno la Giornata della nonviolenza in azienda, con la partecipazione dei colleghi interessati. La scelta della data del 2 ottobre è emblematica, in quanto corrisponde a quella della Giornata Internazionale della Nonviolenza proclamata dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite ; peraltro, non a caso, il 2 ottobre è anche la data di nascita del Mahatma Gandhi. L’altra funzione della Peace Manager è quella di ascoltare i colleghi che si dovessero trovare in situazioni potenzialmente  conflittuali tra di loro o eventualmente con un proprio superiore e di adoperarsi per la conseguente risoluzione dei possibili conflitti".

Antonella Zaghini
Antonella Zaghini, "peace manager" di Guna

Come si colloca all'interno dell'azienda e qual è la differenza rispetto ad altre figure che si occupano di team building e clima aziendale?

"È una figura terza, indipendente dalle altre figure e ruoli che operano all’interno del settore delle Risorse Umane, con cui esiste un rapporto comunque di grande interscambio e collaborazione con il comune obiettivo di contribuire a mantenere un clima di serenità e benessere. Il tema in questo caso è appunto la «nonviolenza» declinata nel quotidiano. Importante è anche la conoscenza delle persone e delle dinamiche aziendali: non per niente sono la dipendente storica dell’azienda, la prima che venne assunta 37 anni fa".

Per dipendenti e azienda quali sono i risvolti positivi?

"Innanzitutto un prezioso spunto di riflessione sul concetto di benessere sul posto di lavoro, che è connesso strettamente a un approccio nonviolento e non prevaricante alle relazioni interpersonali. Poi si offre ai dipendenti l’opportunità di lavorare più piacevolmente e più efficacemente. Per l’azienda costituisce inoltre un valore aggiunto poter contare su collaboratori motivati e soddisfatti che, in tal modo, vengono incoraggiati e stimolati a dare il meglio di sè. Intendiamoci, non si tratta di immaginarsi in un Paradiso: i problemi sul posto di lavoro ci sono da noi come in qualunque altra azienda. Ma è per certi versi un mutamento di prospettiva: si tratta di aver chiara la direzione e avere voglia di riconoscere gli errori, qualora commessi, e mettersi in gioco per rimediare".

La peace manager è una figura unica in Italia, ideata da Guna? All'estero com'è la situazione?

"Sì, e per quanto ci risulta, è anche una figura unica a livello internazionale. So che aziende perlopiù multinazionali, hanno inserito dei ruoli di sostegno ai colleghi in varie forme e modalità, ad esempio nell’ambito delle politiche di diversity management, spesso collocate nell’ambito delle risorse umane. Ma una figura formalizzata e così centrata sull’approccio nonviolento è probabilmente un esperienza per ora unica. Non deve stupire però : la nostra azienda ha la pace nel DNA, dal momento che abbiamo un approccio non violento alla base del nostro modello di business ; il sistema di salute che proponiamo anzichè bombardare l’organismo a fronte del sintomo è orientato a ristabilire e mantenere l’equilibrio dell’organismo in modo dolce. In questo, ancorchè italiani, siamo sicuramente un po’ gandhiani".

Quali sono gli eventi più significativi sulla non violenza che avete organizzato?

"Molti, in un percorso durato quasi un decennio. Se dovessi citarne alcuni particolarmente emozionanti, sicuramente quello con Stefano Schirato, straordinario fotoreporter che si occupa di sociale per il New York Times, per Le Figarò e altri magazine internazionali, con i quali abbiamo indagato la violenza dell’uomo verso l’Ambiente, assieme anche al Ten.Col. Massimiliano Corsano Comandante Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale. In particolare, Schirato ha lavorato per quasi 4 anni nella Terra dei Fuochi, documentando fotograficamente la vita non semplice di chi ha deciso di non abbandonare la propria terra nonostante i tumori e le pressioni camorristiche. Ne è nata una bellissima mostra fotografica che – partendo dal nostro stabilimento di Via Palmanova a Milano, sta girando l’Italia. Quest’anno invece abbiamo riflettuto su come l’arte – in tutte le sue forme – può essere un importante strumento di pace, e l’abbiamo fatto con Lanfranco Licauli del Teatro alla Scala di Milano e un grande esperto di non violenza, il Ministro Petri, del Ministero degli Esteri : è stata una mattinata di riflessioni molti intense. Anni fa invece – grazie all’aiuto di facilitatori esperti - abbiamo «giocato» a costruire il «collega meno simpatico» con i mattoncini Lego®. E’ stato molto divertente, e anche istruttivo !"