Cronache

"Andavo a letto con lui, era gentile e attento". L'amante di Messina Denaro

La donna si è presentata spontaneamente in questura: "Una relazione come tante, non sapevo fosse il capo della mafia". Nel covo le 5 identità false del boss

Mafia, indagata l'ex amante di Matteo Messina Denaro 

Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina Denaro, e Francesco Mesi, i fratelli già condannati nei primi anni 2000 per il favoreggiamento del boss Matteo Messina Denaro, sarebbero nuovamente iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di aver favorito la latitanza del capomafia arrestato il 16 gennaio scorso. Oggi, i carabinieri del Ros hanno perquisito le loro abitazioni e di Aspra, nel Palermitano, una casa di campagna e la torrefazione gestita dalla famiglia Mesi. Gli inquirenti avrebbero sequestrato i cellulari e i pc dei due fratelli.

Matteo Messina Denaro e le 5 carte d'identità nel covo di incensurati

Matteo Messina Denaro continua a non parlare. Il boss ha deciso di disertare tutte le udienze nel carcere de L'Aquila dove è rinchiuso dal giorno dell'arresto. Chi invece ha scelto di dire tutto quello che sa è la gente di Campobello di Mazara, preoccupata delle possibili ripercussioni a causa della conoscenza con il capo della mafia. Tra queste persone c'è anche l'amante di Messina Denaro. È andata dagli investigatori - si legge sul Corriere della Sera - dopo aver visto la foto dell’uomo che ha frequentato per mesi. "Non avevo idea della sua vera identità, a me si è presentato con un nome diverso. Non potevo sapere che fosse Matteo Messina Denaro". E racconta una storia d’amore come tante, se non fosse per il protagonista maschile. La coppia si sarebbe vista fino a pochi giorni prima del blitz a casa di lui, l’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, in cui il boss ha trascorso l’ultimo periodo da uomo libero, il covo in cui gli inquirenti hanno trovato documenti, telefoni e pizzini.

La donna - prosegue il Corriere - assicura di non aver mai nutrito sospetti, parla dell’ex amante come di un uomo gentile e attento. Chi indaga, però, non è convinto che dica tutta la verità e sta cercando riscontri ai suoi racconti . Ma la donna del padrino, che al momento non è indagata, non è l’unica a essersi rivolta agli investigatori. Dal giorno in cui Messina Denaro è finito in manette in tanti si sono presentati ai carabinieri. Una sfilata di testimoni dopo 30 anni di silenzio. Il ritrovato senso civico, per alcuni di loro, dipenderebbe, però, dal timore di conseguenze giudiziarie. Nella casa del boss, nei suoi cellulari sono stati trovati, infatti, molti numeri di telefono: contatti con persone che Messina Denaro ha frequentato nell’ultimo anno vissuto quasi da uomo qualunque. Risalire alle identità degli interlocutori del capomafia non è difficile. Nel boss del padrino trovati cinque documenti d'identità intestati a persone incensurate, compatibili per età con il capomafia.

Mentre spuntano le immagini delle telecamere di Campobello di Mazara che inquadrano ripetutamente Messina Denaro a bordo della sua auto per le vie del paese due giorni prima della cattura del boss, proseguono anche le perquisizioni. Tornano nomi del passato nell’indagine. I carabinieri del Ros, coordinati dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, stanno perquisendo la casa di Bagheria di Maria Mesi, storica amante del capomafia, e del fratello Francesco. Entrambi sono già stati condannati per aver favorito la latitanza del padrino. Da quanto risulta un’ispezione sarebbe in corso anche nella sede della Torrefazione Agorà, impresa gestita dagli stessi Mesi.