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Cronache
Andreoli, il "Blair dell’anima", ma il TSO è ancora necessario

La legge 180 voleva superare l'istituzione manicomiale: peccato che abbia finito invece per scaricare tutti i problemi sulle famiglie (quando ci sono) dei malati che sono i primi a maledire la legge 180. Come è noto la via dell’inferno è sempre lastricata di buone intenzioni. Basaglia disse: "Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione".

Ed a leggere queste parole di Basaglia non si può fare a meno di pensare alla risposta data da Andreoli nell’intervista. Tutto questo si inserisce nel cosiddetto “mondo alla rovescia” di cui ci occupiamo da tempo. Si tratta di una sistematico e costante ribaltamento dei valori che porta a risultati inverosimili. Se in metro i viaggiatori filmano le ladre la colpa è dei viaggiatori, se ti occupano la casa la colpa è tua e così se il matto è matto, la colpa è della società e della sua “mancanza di amore”.

Ma non è così, perché la malattia mentale, quella vera non le attuali mode -un attacco di panico non si nega ormai più a nessuno e neanche un outing autistico a 80 anni- purtroppo c’è. Quindi il TSO è ancora necessario nonostante i continui attacchi dei progressisti alla moda; come ancora necessaria, in certe situazioni, è la contenzione fisica per evitare danni a se e agli altri. Il professor Andreoli sarà sicuramente in buona fede, ma poi quando c’è da rendere inoffensivo uno schizofrenico paranoico viene lasciato tutto sulle spalle delle famiglie e della società, grazie proprio alla legge Basaglia e ai suoi epigoni.

 

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vittorino andreoli
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