Cronache
Ashley Madison, niente hacker. "L'attacco è dall'interno"
Non ci sarebbe un gruppo di hacker dietro l'attacco al sito di incontri Ashley Madison, ma molto piu' semplicemente una donna, dipendente dell'azienda, che ha deciso di rivelare i dati di 32 milioni di iscritti. Ne e' convinto John McAfee, tra i massimi esperti di sicurezza informatica e padre del primo antivirus, che porta il suo nome, immesso sul mercato nel 1987. "Dai dati che sono stati diffusi e' chiaro che il colpevole avesse un'accurata conoscenza dei software utilizzati dalla societa'", ha sottolineato in un editoriale pubblicato sull'International Business Times.
Secondo McAfee, la persona che avrebbe violato dall'"interno" i server dell'azienda e' una "donna sola". La talpa potrebbe aver agito semplicemente salvando su un server esteno i dati degli iscritti, poi riversati sul 'deep web', l'Internet parallelo e oscuro cui si accede con un semplice software. L'esperto ha spiegato di aver analizzato le comunicazioni che hanno preceduto la diffusione dei dati. In particolare, alcuni termini utilizzati e il riferimento a San Valentino lo hanno convinto a ritenere che la responsabile del furto sia una donna.
Intanto, proseguono le indagini in Canada, a cui sta lavorando anche l'Fbi americana. La speranza e' che l'aiuto possa arrivare anche da hacker "buoni", in grado di smascherare la talpa, ma sara' impossibile ripulire la rete dai dati degli iscritti, finiti su siti attraverso i quali si possono effettuare addirittura ricerche inserendo un indirizzo email. Tra i dati sottratti e pubblicati sul 'deep web' ci sono nomi, indirizzi email, numeri di telefono e preferenze sessuali di 23 milioni di fedifraghi, tra cui funzionari di governi e di istituzioni americane ed europee.