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Autovelox "non omologati", la circolare del Ministero che colma il vuoto normativo. SCARICA
Il Ministero dell'Interno da indicazione alle Prefetture su come comportarsi per superare l'impasse che sta impedendo l'installazione di nuovi dispositivi e porgendo il fianco ai ricorsi contro le multe
Autovelox "non omologati", la circolare del Ministero che colma il vuoto normativo
Giunge dal Ministero dell'Interno una indicazione rivolta alle prefetture italiane per andare a colmare quello che si è rivelato essere un vuoto normativo in materia di autovelox. Un "bug" in grado di paralizzare l'installazione di nuovi dispositivi sul territorio e che inoltre presta il fianco a ricorsi contro i verbali di infrazione. Proprio quanto avvenuto con una sentenza del Giudice di pace nel maggio 2024, che ha annullato la multa di una automobilista. SCARICA IL DOCUMENTO
Quale è il vulnus? La questione è (naturalmente) piuttosto tecnica: i dispositivi secondo il Codice della Strada devono essere "omologati" e non semplicemente "approvati". "Secondo la Suprema Corte di Cassazione - ha scritto il giudice di pace - in caso di contestazioni circa l'affidabilità dell'apparecchio di misurazione della velocità il giudice è tenuto ad accertare se tali verifiche siano state o meno effettuate, puntualizzando che detta prova non può essere fornita con mezzi diversi dalle certificazioni di omologazione e conformità, né la prova dell'esecuzione delle verifiche sulla funzionalità e sulla stessa affidabilità dello strumento di rilevazione elettronica è ricavabile dal verbale di accertamento".
Autovelox "non omologati": la "toppa" del Ministero
Ora dunque, arriva la "toppa" dal ministero. Che commenta: "Il termine 'omologazione' ha suscitato molte incertezze circa la sua interpretazione ed estensione all'interno del summenzionato articolo, ponendosi la questione se tale comma sia da ritenersi o meno quale mero sinonimo del termine 'approvazione', ai fini dell'efficacia probatoria dello strumento atto alle rilevazioni delle violazioni". Come ravvisato dalla Corte di Cassazione, i due termini non sono equiparabili. E solo l'omologazione rende legittimi gli accertamenti effettuati tramite autovelox. Il ministero dell'Interno ha dunque avviato interlocuzioni con il Ministero delle Infastrutture e con l'Avvocatura di Stato. Ed è stata trovata la quadra. Quale? L'Avvocatura prospetta oggi la "sostanziale piena omogeneità ed identità tra le procedure tecnico-amministrative che sono alla base sia dell'omologazione che dell'approvazione". Diviene dunque decisivo in sede di giudizio provvedere a rappresentare tale omogeneità tra le due procedure con tutti gli elementi documentali a disposizione. Documentazione che deve essere depositata in modo "tempestivo (...) sin dal giudizio di primo grado", al fine di "non incorrere in eventuali pronunce di inammissibilità".
In questo modo Avvocatura e Ministero dell'Interno ritengono di risolvere il doppio problema che si era reso manifesto a partire dalla sentenza di maggio 2024. Ponendo un argine ai ricorsi e dando via libera all'installazione di nuovi dispositivi.