Cronache
Bagnasco confermato a breve per essere rimosso. Inside
Bagnasco confermato per altri 70 giorni presidente della Cei. Chi sarà il successore? Occhi puntati sull'appuntamento a Genova dal 22 al 25 maggio
Di Nicola Damira
Altri settanta giorni all'incirca da presedente della Cei per il cardinale Angelo Bagnasco, che la regge da dieci anni. Il Papa lo ha confermato per questo scorcio di tempo con un comunicato che non lascia dubbi. "Il Santo Padre Francesco - recita il testo diffuso dalla Sala Stampa Vaticana - ha confermato Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, fino alla nomina del nuovo Presidente in occasione dell'Assemblea Generale che si terrà dal 22 al 25 maggio 2017, l'Em.mo Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova". Nessun rinvio, nessun interregno. La Cei ha bisogno di un deciso rinnovamento per affrontare con slancio i tempi nuovi, la crisi nelle diocesi, il loro sovrannumero e la frammentazione, con conseguenti difficoltà economiche. E soprattutto per mettere ordine nei seminari, valutando con seri esami psicologici le vocazioni al sacerdozio, escludendone i non idonei,e combattendo la piaga della pedofilia, che non accenna a diminuire, come gli scandali clamorosi recenti testimoniano, dal Veneto alla Campania. Non v'è dubbio che il nuovo corso bergogliano sia penetrato nella sensibilità della Chiesa locale italiana, come confermano le Lettere quaresimali di molti Vescovi, tutte incentrate sulla misericordia.
Il Presidente Angelo Bagnasco era scaduto, dopo varie conferme, martedì 7 e il Papa, pur essendo ad Ariccia (rientra domani venerdì) per gli Esercizi spirituali con la Curia romana, non ha perso tempo, facendo diffondere il comunicato.
L'attesa è per la penultima settimana di maggio, due giorni prima che Francesco si rechi proprio a Genova per la visita alla città e alla Diocesi, visita caldeggiata e attesa dall'arcivescovo Bagnasco, ma soprattutto dal popolo. Si tratta ora di vedere come si volgeranno gli eventi in quei giorni cruciali, dal 22 al 25 maggio, nell'Aula del Sinodo, in Vaticano. Se sarà il Papa ad aprire i lavori, come ha fatto nelle precedenti sessioni, o se lascerà il compito al "cardinale presidente", come viene definito, secondo un'aulica dizione, nei documenti ufficiali.
E il nuovo Presidente è già deciso? Nel 2014, quando Bergoglio esortò la Cei a eleggersi il presidente nel suo seno invece di rimetterla al Papa, ci furono lunghe discussioni, con la conclusione di offrire al Papa una terna di candidati tra cui scegliere. Allora in pole position figurava mons. Gualltiero Bassetti, di Perugia. E' passato del tempo e il prelato umbro, divenuto nel frattempo cardinale, ha varcato la soglia dei 74 anni, la stessa di Bagnasco. Si è fatto avanti una personalità dirompente, Mons. Nunzio Galantino, nominato prima vescovo di Cassano all'Jonio, in Calabria - visitata dallo stesso Papa - e poi Segretario generale della CEI per 5 anni. Sarà lui il nuovo Presidente? Dinamico e instancabile, di soli 68 anni, forse un po' più in là di quella fascia da 50-60 che Bergoglio predilige e nella quale sta scegliendo i vescovi che nomina in questo periodo, dall'Africa al Sud America.
E se non Galantino, per non interrompere la sua opera da segretario, chi? In Vaticano rispondono: solo il Papa lo sa. Bagnasco è anche presidente della Conferenza dei vescovi europei (CCEE), elezioni ottenuta di recente. Potrà mantenerla? Il cardinale - è noto - non è propenso a presentare dimissioni. Resta da vedere. In questa sua dimensione europea, si è speso molto. Ha messo al suo attivo in questi giorni due rilevanti incontri ecumenici: a Istanbul col patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e a Mosca col patriarca russo Kiril. Quanto all'Europa, ha rilevato che il 60° anniversario del Trattato europeo "è un'occasione propizia affinché i capi di Stato confermino il sogno europeo, e facciano un serio esame di coscienza se il progetto è rimasto fedele ai 'padri fondatori'. Il bisogno religioso - ha aggiunto - non sta morendo in Europa. Anzi, cresce. Il fatto che le persone, specie i giovani, sentano il richiamo di Dio, che la vita non si può esaurire nelle cose materiali, è un segno positivo che dà fiducia e indica la strada da percorrere con coraggio. L'Europa - ha concluso - "ritrovi la sua anima, il senso della sua storia e della sua identità, che non può essere né economica, né finanziaria, e neppure solo politica". .
Anche su questo fronte Bagnasco ha voluto anticipare il Papa che il 24 marzo riceve i Capi di Stato e di Governo che celebrano in Campidoglio a Roma i 60 anni del Trattato dell'Unione Europea. Tutte personalità di primo piano, presidenti di repubbliche e anche monarchi di quelle Nazioni che hanno mantenuto la corona, - come Belgio, Olanda, Portogallo - e capi di repubbliche uscite da rivoluzioni, guerre o da regimi dittatoriali, stati - come alcuni dell'Est europeo - che hanno steso reticolari o ammassato truppe ai confini per respingere i migranti. Misure che, come il "Muro" di Trump, non piacciono a Francesco. Incontro peraltro solenne, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico. Sarà un evento spettacolare, ma anche ricco di contenuti. Un riesame storico, un excursus lungo questi sei decenni che hanno registrato entusiasmi, progetti e realizzazioni, ma anche crisi, ripensamenti, alti e bassi, fino a configurare una vera e propria crisi. Il momento attuale è forse il più acuto e Francesco troverà di certo nuove ragioni per spronare i 29 leader degli Stati che rappresentano cinquecento milioni di cittadini a superare le divergenze e a ritrovare lo spirito originario che portò all'Unione dopo secoli di separazioni e di guerre, tra cui le più sanguinose, quelle dell'ultimo secolo. Il Papa dedica la vigilia dell'evento in un auspicio di unità, che avrà il suo completamento in un altro Palazzo storico, quello dei Conservatori, in Campidoglio. La notizia dell'udienza ai leader europei precede il viaggio del Papa a Milano, una visita attesa, esclusivamente di carattere pastorale e sociale, una grande abbraccio tra il Papa e i fedeli della più grande diocesi italiana.