Cronache
Bari, fisioterapista ucciso sotto casa: arrestato il killer dopo cinque mesi
È un 59enne il presunto assassino del fisioterapista Mauro Di Giacomo ucciso lo scorso dicembre. L' uomo si riteneva vittima di una ingiustizia
Mauro Di Giacomo, il fisioterapista di Bari ucciso sotto casa: il killer arrestato dopo 5 mesi
Si riteneva vittima di una ingiustizia e non ha voluto aspettare l'esito della causa civile intentata contro la vittima. Per questo in preda alla rabbia e al risentimento per le presunte lesioni permanenti subite dalla figlia durante un trattamento, il 18 dicembre scorso avrebbe deciso di agire uccidendo Mauro Di Giacomo, 63 anni, medico fisioterapista con attività nel pubblico al Policlinico e in uno studio privato.
E' quanto hanno ricostruito gli inquirenti della Squadra Mobile della Questura di Bari e i magistrati della Procura della Repubblica, in particolare il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e il procuratore capo Roberto Rossi che hanno chiesto e ottenuto dal gip del tribunale del capoluogo pugliese Nicola Bonante una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di S.V., 59 anni di Canosa di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
La vicenda
All'uomo viene contestata la premeditazione dell'omicidio e la crudeltà in quanto dopo aver scaricato da distanza ravvicinata il caricatore della pistola clandestina una calibro 7.65 , da cui sono stati esplosi sette colpi, lo avrebbe colpito con il calcio dell'arma con altri quattro fendenti alla testa nonostante la vittima fosse a terra già morente. La vittima, la sera del 18 dicembre, non ha avuto modo di difendersi: dopo aver parcheggiato l'automobile Di Giacomo era sceso dall'abitacolo e stava facendo rientro a casa con entrambe le mani occupate dalle buste della spesa e in più uno zaino.
Da quanto accertato grazie alle celle telefoniche il 59enne avrebbe effettuato due sopralluoghi nei mesi precedenti. Uno addirittura sarebbe avvenuto nel febbraio 2023, di domenica, dalle parti di in via Tauro al quartiere Poggiofranco, dove la vittima abitava e dove poi è avvenuto effettivamente l'omicidio, e un altro vicino allo studio professionale privato in via Amendola.
L'uomo accusava Di Giacomo di presunti danni permanenti causati alla figlia durante una manipolazione del rachide il 5 settembre del 2019. Ne era sorta una causa civile, avviata nel 2020 per responsabilità professionale, peraltro ancora in corso. Il 59enne accusava il fisioterapista di aver provocato lesioni personali permanenti con richiesta di risarcimento per danni psicofisici. Durante il procedimento Di Giacomo si era costituito in giudizio negando le proprie responsabile e offrendosi per un possibile accordo transattivo.
A condurre gli investigatori sulle tracce del presunto autore del delitto sono state indagini pazienti basate sull'incrocio di diversi fattori tra cui il possibile movente (ne sono stati esaminati più di uno ma alcune piste tra le quali, quella sentimentale, sono state presto escluse) e gli indizi di natura tecnica: le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno inquadrato la vettura, in particolare in uscita verso la tangenziale, e i tabulati delle celle telefoniche.
Dall'esame delle celle relative anche ai mesi e agli anni precedenti gli inquirenti hanno tracciato le precedenti occasioni in cui l'assassino era venuto a Bari. Dopo aver escluso gli spostamenti per altre motivazioni, gli inquirenti hanno 'isolato' due occasioni in cui avrebbe compiuto dei veri e propri sopralluoghi vicino alla casa e allo studio privato di Di Giacomo.