Cronache
"Boicottiamo Benetton!", la tragedia di Genova infiamma blogger e opinionisti
Su Facebook e Twitter nel mirino la famiglia proprietaria di Atlantia e il fotografo Oliviero Toscani. La rete si rivolta contro di loro
La tragedia di Genova con il crollo del ponte Morandi è un argomento che farà discutere per moltissimo tempo e che ha esacerbato gli animi di tutta Italia. Subito dopo la catastrofe che ha colpito il capoluogo ligure e che ha mietuto una quarantina di vittime e un gran numero di feriti, inferendo alla città una lacerazione che sarà difficile a rimarginarsi in breve tempo, le invettive della rete si sono scagliate contro Autostrade per l'Italia e Atlantia, ree di aver diramato un comunicato stampa di una freddezza impressionante che non citava minimamente le vittime, e nel tribunale del web un nome è finito subito sul banco degli imputati.
Quello della famiglia Benetton. Carlo, Gilberto, Luciana e Giuliano Benetton, azionisti di Autostrade per l'Italia e proprietari di Atlantia, sono stati immediatamente messi alla gogna (a maggior ragione dopo la scoperta della cena e grigliata a Cortina il giorno dopo la sciagura, quando ancora si scavava per cercare i dispersi) e su Facebook e Twitter si è iniziato a evocare il boicottaggio del marchio.
Con i Benetton, è stato coinvolto direttamente anche Oliviero Toscani, il fotografo cifra stilistica della maison, che aveva difeso a spada tratta gli imprenditori accusando gli italiani di essere livorosi, incattiviti e altri epiteti di questo genere.
Immediatamente dopo la tragedia, sui social è iniziata a girare la foto del ponte crollato corredato dalla didascalia "United Colors of Benetton", cupo richiamo alle campagne di Toscani per il brand di abbigliamento. Quindi si sono scatenati i tweet e i commenti sui profili social dell'azienda, presi letteralmente d'assalto da orde di utenti inferociti, pronti a "gettare nella spazzatura" (o in altri più irripetibili luoghi di scarico) i capi di abbigliamento già acquistati in precedenza e a giurare di non acquistare mai più alcunché nei negozi Benetton. Negozi da boicottare con ogni mezzo e senza appello, così come tutto ciò che gravita attorno alla galassia professionale della famiglia d'imprenditori.
Sul Fatto Quotidiano, la giornalista e socialite Januaria Piromallo ha tuonato nel suo blog: "Non indosserò mai più un pullover Benetton", e a lei si sono accodati una marea di blogger. E fior di giornalisti autorevoli si sono scagliati contro Autostrade per l'Italia e Atlantia, chiamando in causa direttamente i suoi proprietari illustri. Insomma, in rete, impera il diktat: "Boicottiamo Benetton!", e come ricorda Antonio Rapisarda sul Tempo, anche la politica con Forza Nuova è scesa direttamente in piazza per dire la sua al riguardo, "con un blitz a Treviso effettuato davanti il punto vendita in Piazza Indipendenza. «Just one color: rosso sangue». "Boicottare il mostro Benetton in tutte le sue forme e sembianze" è al momento uno degli scopi fondamentali della formazione di estrea destra. Che ha trovato un sodale insperato nel Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, anch'esso favorevole al boicottaggio.
Ora si tratta di vedere come questo ciclone negativo influirà sulle vendite del marchio e soprattutto quanto contribuirà a incrinare un'immagine aziendale già piuttosto compromessa.