Cronache
Protesta choc, collettivi sfilano con il manichino della Meloni impiccato
Il fantoccio, vestito con abiti militari, è appeso sotto le Due Torri di Bologna
Bologna, la protesta dei collettivi femminili: sfilano sotto le Due Torri con il manichino di Giorgia Meloni impiccato a testa in giù
Un manichino che rappresenta Giorgia Meloni, vestito con abiti militri, appeso a testa in giù, con i capelli biondi che ricadono nel vuoto, sotto alle Due Torri di Bologna. Le foto del manichino vengono postate su Facebook, insieme a un commento di protesta contro la presidente del consiglio: "Tra poche settimane per l’inaugurazione del Tecnopolo e di uno tra i 5 computer più potenti al mondo arriverà in città Giorgia Meloni. Ma non sarà mai la benvenuta a Bologna e da nessun’altra parte. Tra sgomberi, cariche all’università e attacchi alle politiche sociali, questo governo mira all’appiattimento delle nostre esistenze, delle nostre libertà e dei nostri desideri".
"A pochi giorni da un decreto 'anti-rave' ci troviamo nuovamente ad invadere le strade di Bologna. È facile attaccare mediaticamente la movida, la socialità, per privarci della nostra libertà di creare antagonismo. Questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l'ennesima norma securitaria agita da un governo fascista che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse".
"Ci viene detto che il diritto all’aborto non verrà toccato, ci viene detto che verranno erogati sussidi economici per assicurare il “diritto ad essere madre” ma contemporaneamente viene attaccato e ridimensionato il reddito di cittadinanza, ci viene detto che i diritti civili sono già abbastanza, ma in maniera celata subiamo continui attacchi all’aborto, alla libertà di scelta e di autodeterminazione. Lo abbiamo urlato nelle strade, lo abbiamo scritto sui muri e lo ribadiamo oggi attraverso questo momento di socialità divergente: vogliamo molto più della 194 e non siamo disposte a fare neanche un passo indietro. Ad ogni ostacolo alla nostra autodeterminazione risponderemo con una barricata", si legge ancora.
"Da oggi il vento cambia, vogliamo una vita bella, ci prendiamo tutto!" conclude il post.
Le foto sono state diffuse sulle pagine Facebook e i profili Instagrm del Laboratorio Cybilla e del collettivo femminile Cua che, ieri, hanno attraversato le vie del centro in un corteo partito intorno alle 18.00 da piazza Verdi e andato avanti fino a sera.
Al corteo hanno partecipato circa 200 persone, sorvegliate dalla polizia, ma un gruppo è riuscito a imbrattare con della vernice rosa l’ingresso del minimarket Sapori e dintorni all’ex Monte di pietà di via Indipendenza, perchè è "un supermercato di lusso, che i potenti definiscono ’di eccellenza’". Il negozio è stato costretto a chiudere prima.
Le reazioni
Il viceministro e deputato di Fd'I, Galezzo Bignami, commenta: "La violenza della protesta dei collettivi di sinistra che da troppo tempo si caratterizzano per la loro aggressività e pericolosità ha conosciuto oggi un ulteriore, ennesimo, vergognoso picco. Ancora una volta costoro si mostrano per quelli che sono: incivili e pericolosi per la democrazia. È chiaro che questa situazione appesantisce un clima che a Bologna deve essere necessariamente risolto. Confidiamo nel lavoro delle Autorità competenti, certi che sapranno garantire la legalità e l'ordine pubblico".
Queste, invece, le parole del senatore bolognese di Fd'I, Marco Lisei: "Un'iniziativa vergognosa che, come spiegano gli stessi autori di questo vile gesto, suona come una macabra intimidazione".
Arriva anche il commento del ministro per le politiche europee, Raffele Fitto: "Chi crede nella democrazia e nella libertà non può non condannare certe forme di assurda violenza. Solidarietà a Giorgia Meloni".
"Sacrosanto è il diritto di manifestare il proprio dissenso. Inaccettabile è invece l'incitamento alla violenza. Il Pd prenda immediatamente le distanze dall'ennesimo vergognoso episodio di demonizzazione dell'avversario politico", aggiunge il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti.
"Ci auguriamo che gli autori di questo vergognoso atto intimidatorio siano individuati e soprattutto ci aspettiamo una netta e inequivocabile condanna da parte di tutte le forze politiche, sinistra in primis", dichiara il ministro Francesco Lollobrigida.
Anche il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, condanna quanto accaduto: “Un fatto di estrema gravità. Ci tengo a esprimere tutta la mia solidarietà per la presidente del Consiglio, nonché un enorme dispiacere per quanto accaduto. Nella civilissima Bologna, capitale dell’accoglienza, del confronto e del dialogo una cosa di questo genere non è ammissibile. Nella mia carriera non ho mai assistito a un fatto di tale brutalità e inciviltà. Un fatto poco civile e soprattutto ancor meno democratico”.
Il commento di Gianfranco Rotondi, presidente di Verde è popolare e della fondazione Democrazia Cristiana: "Anche con Moro si cominciò così, con la complicità degli intelló (intellettuali di sinistra ndr)che ora si appropriano delle sue spoglie, ma a suo tempo applaudirono 'todo modo' che quasi anticipó la tragedia".
“L’atto intimidatorio avvenuto a Bologna nei confronti del Presidente del Consiglio è un atto grave da condannare senza incertezze. Tutta la mia vicinanza a Giorgia Meloni e alla sua famiglia”. Così in una nota Matteo Renzi, leader di Italia viva, commenta quanto avvenuto ieri nel corso di un corteo organizzato dai collettivi.
“La mia solidarietà e vicinanza a Giorgia Meloni. Quanto accaduto a Bologna è inaccettabile. Manifestare il dissenso politico è sempre lecito, farlo inneggiando alla violenza non è degno di un grande Paese come l’Italia”. Lo dichiara Mara Carfagna, deputata di Azione.
"Grave l’episodio avvenuto ieri a Bologna nei confronti del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a cui va tutta la mia solidarietà. Violenza, odio e minacce sono inaccettabili e vanno sempre condannate con fermezza”. Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, vicesegretario nazionale e portavoce di Azione.