Cronache
Carabinieri Piacenza, "Il 10% della droga se facevi i nomi degli spacciatori"
Le testimonianze: "Erano botte se non gli aiutavi". Al parco difronte alla Caserma c'era la trans Nikita, informatrice in cambio di qualche "pippata"
Carabinieri Piacenza, "Il 10% della droga se facevi i nomi degli spacciatori"
La vicenda dei carabinieri di Piacenza si arricchisce di dettagli sempre più inquietanti. I militari avevano l'assoluto controllo del territorio, tutte le manovre passavano dal parco davanti alla caserma. "Se aiutavi quei carabinieri a sequestrare la roba, - racconta uno spacciatore a Repubblica - una parte era per te. Ma io non faccio l’infame». La regola del 10 per cento era uno degli articoli della legge personale che l’appuntato Giuseppe Montella e il suo gruppo di militari della Levante avevano imposto a Piacenza. Ai giardini Margherita, invece, qualcosa da dire ce l’hanno. "Loro venivano, ti prendevano, se ti andava bene ti prendevano la roba"., prosegue nel racconto Ismail, «se ti andava male ti menavano».
Ha raccontato ai magistrati Lyamani Hamza, un altro dei giardini Margherita. «Sono andato alla Levante perché avevo l’obbligo di firma. E c’era Montella. Mi disse in modo esplicito che se avessi avuto (per lui, ndr) qualche operazione «cotta e mangiata» una parte del denaro e dello stupefacente poteva essermi data come compenso. La mia parte sarebbe stata pari al 10 per cento». Lyamani diventò così un informatore: «Mi mettevo qui ai giardini. Montella sempre a portata di sguardo, gli altri lì al 14esimo piano del grattacielo. Quando avveniva lo scambio gli facevo un cenno». La caserma Levante era diventata un bancomat della droga. Lo sapeva Nikita, il trans di via Torta. Un paio di pippate, in cambio partecipava alle feste di Montella e dei suoi amici. Lo sapeva Valeria, «la russa», che forse però è Ucraina: veniva a ritirare la sua dose, «la terapia» la chiamava Montella, in cambio di una prestazione sessuale qui in via Caccialupo, dove ora ci sono i sigilli sulla caserma