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Cronache
Carcere Cuneo, 16 agenti indagati. "Il capo dei poliziotti dietro ai pestaggi"

Carcere Cuneo, detenuti trasportati in una saletta e picchiati. Scattano le denunce

Un nuovo scandalo travolge un carcere, questa volta si tratta del Cerialdo di Cuneo. Ben 23 agenti di polizia sono finiti sotto accusa per torture nei confronti dei detenuti. Avrebbero compiuto raid punitivi, calci e pugni. A guidare il gruppo, secondo l'accusa, - si legge su La Stampa - ci sarebbe proprio il capo degli agenti. Sono sedici gli indagati per queste violenze, si tratta principalmente di poliziotti fuori servizio, alcuni in abiti civili. A sostenere la spedizione, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore di Cuneo, c’era anche anche Giovanni Viviani, 51 anni, nato a Grosseto ma residente nel Cuneese, ispettore e responsabile di una sezione del padiglione "Gesso" che ospita i detenuti cosiddetti comuni per differenziarli da quelli in "41 bis". È la figura apicale che spicca tra i nomi degli indagati protagonisti di quella che sembra essere stata una rappresaglia notturna. Con lui compare chi teneva chiusa la porta di altre celle, chi trasportava di peso i reclusi in una saletta vicino all’infermeria, chi li immobilizzava mentre altri li picchiavano.

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Tutto sarebbe nato - prosegue La Stampa - dalla voglia di punizione per la protesta che quattro detenuti di origini pakistane avevano messo in atto nel pomeriggio per far sì che il connazionale della cella vicino venisse visitato, essendo in preda a forti dolori. Nella ricostruzione Viviani, insieme ai colleghi, sarebbe entrato nella cella sferrando calci, pugni oltre che proferire insulti e minacce. Sarebbe sempre lui che, quando la scena si è spostata vicino all’infermeria, avrebbe interrotto la visita in corso del medico di turno per dire che i cinque pakistani, compreso quello che stava male già prima, non erano da visitare prima di essere messi in isolamento "perché stanno tutti bene".

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