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Cronache
Carlo Rovelli e la marijuana

Ieri dalle colonne del Corriere della Sera, Carlo Rovelli, fisico “alternativo” che piace alla gente che piace, cioè in zona radical chic, ha esternato sulla legalizzazione della “maria” in Canada.

Premesso che ritengo che la decisione canadese vada nella direzione giusta, tuttavia, nel caso del fisico, qualche considerazione è d’uopo.

La prima è che si tratta di un personaggio pubblico che gode di notorietà nel suo campo, la gravità quantistica, e che non è sempre corretto poi sfruttarla per passare a discettare di altro, in questo caso dai gravitoni all’erba. Si tratta di un problema di correttezza intellettuale.

Poi Rovelli, che ha una certa età, continua ad atteggiarsi ad eterno ragazzo ribelle della fisica, il “genio pazzo” che conosce la saggezza dell’esistenza e la dispensa ai poveri umani. Si tratta un po’ di quello che successe a ben altro fisico e cioè ad Albert Einstein. Nell’articolo di ieri, dal significativo titolo, “Lo spinello libero non ha il gusto della ribellione”, infatti non entra tanto nel merito della decisione canadese, ma vuole fare il controcorrente, il Baudelaire della meccanica quantistica e afferma che se lo spinello ora è legale in Canada i poveri ragazzi canadesi non proveranno più il brivido della trasgressione. Come se la trasgressione in sé, intesa poi in senso anarcoide, fosse comunque un valore per un giovane.

Rovelli, fondatore di Radio Alice a Bologna, pensa ancora di essere il contestatore arrestato per renitenza alla leva nel 1987 che subì un processo (poi assolto) per un libro Fatti nostri.

Ma torniamo al presente.

Rovelli scrive anche: “…la maggioranza dei miei colleghi nei dipartimenti di fisica hanno fumato marijuana senza esagerati danni”.

Apprendiamo quindi che la maggioranza dei fisici si è fatta e si fa…chissà se i suoi colleghi hanno qualcosa da dire a proposito, magari le cose non stanno proprio così e magari si tratta di una minoranza che non è neppure tanto contenta che Rovelli spiattelli queste cose pubblicamente.

Ma questo evidentemente a Rivelli non importa; l’importante è continuare a recitare il ruolo del tenebroso fisico geniale (magari occorrerebbe, pure in questo campo, fare attenzione agli errori nei libri, e non è il primo: https://www.affaritaliani.it/mediatech/focus-gli-errori-di-fisica-560898.html) che ha capito l’universo e, soprattutto, quello che serve all’umanità.)

E poi, diciamocelo chiaramente, è facile dire queste cose quando si ha una bella cattedra prestigiosa (in una università francese), un bello stipendio, e si scrivono libri così lontani dalla realtà. Più difficile è fare il laureato precario, che magari dopo studi tanto difficili va a lavorare (se gli va bene) in un call center e la marijuana se la prende per disperazione e non per “trasgredire al mondo”, con buona pace di Rovelli.

 

 

 

 

 

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    carlo rovellimarijauanacanadafisicaradio alice
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