Cronache

Genitori-nonni privati della loro bambina.Un segno della "cultura" dei giudici

Salvatore Passaro

Una doverosa riflessione sulla decisione del tribunale di Casale Monferrato di negare a due genitori anziani di riavere la loro bambina

I genitori privati della loro bambina? Segno della cultura sessantottina dei giudici

Il caso straziante della assurda dolorosa e incomprensibile decisione del tribunale di casale monferrato di negare a due genitori anziani di riavere la loro bambina è un segno e non un segnale. Di segnali ne abbiamo avuti anche troppi. Cominciamo invece a portarne i segni.

Segni sulle nostre coscienze , sulla nostra identità di cittadini di un paese che vede per l’ennesima volta la vita normale, la vita di tutti giorni stravolta dal giudizio di magistrati che vivono come se il dolore altrui non solo non dovesse appartenergli ma addirittura sembrano procurarlo scientemente, riparandosi dietro la freddissima razionalità della legge.

Ma se la legge si dovesse applicare senza interpretazione non avremmo bisogno dei giudici, basterebbero le macchine. Ecco, qui manca lo sforzo di umanità, quella spesa di compassione, di intelligenza e gentil pensiero che sono alla base di una società sana, fondata sulla armonia della convivenza e non sul conflitto perenne fra chi ha il potere e chi lo subisce.

Troppo subiamo ogni giorno, noi, tutti coloro che non hanno potere alcuno, che ormai spendono la loro vita nel parare i colpi delle amministrazioni di questo stato trasformate in macchine di potere , impegnate nell’esercitarlo freddamente, automaticamente senza una interpretazione che inferenzi l’elemento umano al posto del calcolo freddo del tecniscimo giuridico.

Ci sono ragioni storiche e ragioni piscologiche che qui vale la pena di indagare. Le ragioni storiche sono la presenza di una cultura sessantottina in gran parte della magistratura, che la porta a rifiutare di punire le forme comune di criminalità in quanto lette marxisticamente come prodotte dalla società per cui essa è il vero colpevole e non chi invece ‘subendola’ involve in criminale. Si spiegano così le assurdità paradossali per cui si condannano cittadini a risarcire i ladri entrati in casa, o a far scarcerare serial killer o altri efferati e recidivi criminali. Tutti visti come vittime della società e dei suo i mali. Dall’altra una condizione psicologica di benessere, di un circolo in un conclave chiuso al mondo. Dentro si vive al riparo dalla realtà, non ci si preoccupa del procurarsi da vivere tuti i giorni. Privilegi assicurati, ferie assicurate, pensioni assicurate. Totale immunità di classe.

In questa condizione aurea nascerebbe la snobismo di classe: gli altri, chi sta fuori o sono combattuti perchè hanno ricchezze e privilegi maggiori dei loro (politici e imprenditori) o sono da considerare materia umana indifferente sulla quale ben venga esercitare le proprie speculazioni di diritto in punta di fioretto. Una nazione in questo modo muore ogni giorno. Stanno anche qui le radici del populismo che altro non è se non il desiderio diffuso dell’uomo nero che un giorno verrà per recidere le ingiustizie e decidere il bene e il male.