Casalesi, certificato di cecità al killer: un pentito accusa un medico
Il pentito tira in ballo il medico per il certificato di cecità
Certificato cecita' per killer Casalesi, pentito accusa medico
"Fronterre' accetto' l'incarico di consulente che gli proponemmo con l'intesa che comunque questa era finalizzata a far ottenere a Setola la relazione di incompatibilita' con il carcere. Per l'aspetto economico gli fu detto che non c'erano problemi". E' Girolamo Casella, oggi collaboratore di giustizia ed ex avvocato del killer dell'ala stragista dei Casalesi Giuseppe Setola, condannato gia' per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, nell'aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in cui e' in corso il processo al medico per falso, a muovere accuse precise all'oculista di Pavia Aldo Fronterre', l'uomo che ha firmato una falsa perizia di cecita' a favore di Setola grazie alla quale questi ottenne i domiciliari nella clinica Maugeri di Pavia da dove poi evase il 7 aprile 2008, dando vita a una lunga scia di agguati mortali nel Casertano per riaffermare la supremazia del gruppo Bidognetti sul territorio. Durante i nove mesi di latitanza, Setola con il suo gruppo armato commise 18 omicidi, e fu poi catturato nel 2009 a Mignano Montelungo. Collegato in videoconferenza, Casella ha risposto alle domande del pm Alessandro Milita.
Incompatibilità col carcere grazie al certificato
"Setola - dice l'ex avvocato - mi chiese di contattare Fronterre' perche' si era gia' occupato del problema agli occhi di Enrico Martinelli e gli aveva fatto ottenere l'incompatibilita' con il carcere, cosa che voleva ottenere anche lui. Da Fronterre' mi recai insieme a Massimo Alfiero che come anticipo diede all'oculista duemila e cinquecento euro. In quell'occasione gli portai tutta la cartella clinica di Setola con le varie perizie gia' fatte. Ci incontrammo una seconda volta e lui accetto' l'incarico di visitare Setola per arrivare alla relazione di incompatibilita'. Per questo, chiese il ricovero di Setola in una clinica di Milano per poter svolgere gli accertamenti". Il racconto di Casella poi si sofferma sull'arrivo di quella relazione di Fronterre', il 14 febbraio 2007, e le varie istanze di scarcerazione presentate nei tribunali dove vi erano in corso procedimenti per Setola curati da lui e dall'altro avvocato che assisteva il boss, Alfonso Martucci. Setola ottenne i domiciliari presso la clinica Maugeri di Pavia nel gennaio 2008. "Fu mandato li' - dice Casella - per un tirocinio riabilitativo e su indicazione di Fronterre' perche' lavorando anche lui in quella clinica poteva seguirlo meglio e assicurarsi che la falsa perizia non venisse scoperta". Tre mesi dopo, Setola evase. Casella ha riferito, inoltre, di aver incontrato una sola volta Setola durante la sua latitanza perche' il killer voleva che seguisse anche le vicende processuali del fratello e che in quell'occasione gli confido' che era stato il suo gruppo a picchiare l'avvocato Camillo Ierace, che difendeva Setola nel suo primo processo. L'ex avvocato ha precisato anche che l'oculista Fronterre' fu ricontattato da loro anche dopo la cattura di Setola nel 2009, quando venne fuori una perizia del carcere in cui si trovava Setola che confermava quanto relazionato in precedenza da Fronterre'. "Setola - dice Casella - mi chiese di ricontattarlo per una nuova consulenza che accetto' ma dietro un compenso di 50mila euro". L'avvocato di Fronterre', Pasquale Coppola, sottoporra' Casella al contro esame nell'udienza del 27 novembre.