Cronache

Case chiuse in Italia,dibattito riaperto. Prostituzione: cosa prevede la legge

Gabriele Penna

Si riapre il dibattito sulle case chiuse. Salvini favorevole, il M5s frena. Prostituzione: ecco che cosa prevede la legge in Italia e nel mondo

Non solo Tav, si riapre il dibattito sulle case chiuse

Non c’è solo il Tav a far discutere i due alleati di governo ma anche il tema sulla prostituzione, che nelle ultime settimane è tornato prepotentemente di moda. L’idea è quella di regolamentarla come in altri paesi o come lo era già in Italia prima del 1958, anno in cui la legge Merlin, dal nome della sua relatrice, determinò la chiusura delle cosiddette “case di tolleranza”. Da anni la Lega non fa segreto dell’intenzione di riaprire le “case chiuse” e negli ultimi giorni il ministro degli Interni Salvini ha dichiarato: "Ero e continuo a essere favorevole alla riapertura delle case chiuse, non è nel contratto di governo perché i Cinque Stelle non la pensano così, ma significherebbe togliere alle mafie, alle strade e al degrado questo business; sono convinto che sia la strada giusta e che il modello austriaco sia quello più efficiente". Anche perché secondo il vicepremier una tassazione della prostituzione potrebbe portare entrate per circa 2 miliardi nelle casse dello Stato. Se da un’iniziativa veneta finì l’era delle “case chiuse” (la senatrice Merlin era padovana), sempre dal Veneto ritorna la proposta di legge, ma stavolta per creare un albo delle prostitute. Il consigliere regionale di "Siamo Veneto" Antonio Guadagnini ha ottenuto parere favorevole da parte della quinta commissione del consiglio regionale sulla sua proposta per la disciplina dell'esercizio della prostituzione.

salvini prostituzione ape
 

La Legge Merlin passa il vaglio costituzionale

A intrecciare gli eventi, proprio qualche giorno fa, ci ha pensato la Corte costituzionale che si è espressa a favore della legge Merlin dichiarando non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai giudici della Corte d'appello di Bari e riguardanti il reclutamento e il favoreggiamento della prostituzione, puniti dalla legge approvata nel 1958. “Il fenomeno sociale della prostituzione professionale ‘rappresenta una novità’ e la legge Merlin è invece stata concepita ‘in un'epoca storica in cui tale fenomeno non era conosciuto’”. Era questo l'assunto dei giudici pugliesi, che, nello scorso febbraio, sospesero il processo sulle escort portate nelle residenze di Silvio Berlusconi trasmettendo gli atti alla Consulta. A 61 anni dalla sua entrata in vigore dunque, la legge Merlin ha superato nuovamente il vaglio costituzionale.

Ma come funzionavano in Italia “le case chiuse”?

“Le case dell’amore” furono istituite in Italia a partire dal 1859, due anni prima dall’unità. Camillo Benso, conte di Cavour, autorizzò l’apertura delle case controllate dallo Stato per esercitare la prostituzione in Lombardia. Il passaggio normativo da case di tolleranza (perché tollerate dallo Stato) a case chiuse  fu un attimo: era necessario che fossero chiuse con le finestre sigillate, le donne che lavoravano all’interno delle case non erano autorizzate ad aprire né serrande né tende, il motivo è intuibile. Da allora tali strutture furono sempre legali, anche sotto il governo fascista. Durante il ventennio tutti potevano entrare nelle case chiuse, salvo i minori di 18 anni. Funzionamento pratico: si sceglieva la “venditrice d’amore”, dopodiché  il cliente inseriva un obolo nella cassa e in cambio riceveva una marchetta da consegnare alla signorina in camera. In base agli oboli ottenuti a fine serata, la ragazza riceveva la sua paga. C’erano case esose e case low cost, mentre le ragazze che vi lavoravano all’interno dovevano avere un certo bagaglio d’esperienza alle spalle.

listino prezzi casa di tolleranza 1939
 

Oggi la situazione è nettamente differente. Il nostro Paese in merito ha adottato il modello abolizionista che consiste nel non punire la prostituzione né l'acquisto di prestazioni sessuali, ma al tempo stesso nel non regolamentarli, mentre si puniscono tutta una serie di condotte collaterali alla prostituzione (favoreggiamento, induzione, reclutamento, sfruttamento, ecc.). Quindi cosa si rischia se si va a prostitute? Nulla. Nessun reato. Il soggetto non può essere schedato dalla polizia, né essere pedinato, né tantomeno  essere portato in commissariato. Tuttavia la Cassazione ha recentemente stabilito con la sentenza 8286/2009 che, se la prostituta non viene pagata per la sua prestazione sessuale, il cliente può essere condannato per violenza sessuale.

Come funziona la prostituzione all’estero? E quali sono le differenze?

Nei paesi europei non c’è una regolamentazione conforme della prostituzione, e ai vari livelli di tolleranza corrispondono vari modelli di pianificazione. Esiste il modello proibizionista che vieta la prostituzione e punisce la prostituta con pene pecuniarie o detentive (In certi i Paesi in cui è adottato questo modello, viene punito anche il cliente). Questo modello è seguito dalla gran parte dei paesi dell'est europeo: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Georgia, Lituania, Moldavia, Russia, Serbia, Ucraina. Il modello proibizionista prevede una variante: il modello neo-proibizionista o “modello svedese”, adottato da Stoccolma nel 1999 e poi in Islanda e dal gennaio 2009 in Norvegia. Questo modello si fonda sulla criminalizzazione del cliente, con la punizione per l’acquisto di prestazioni sessuali.

Il modello abolizionista (adottato anche dal nostro Paese come anticipato) non punisce la prostituzione né l'acquisto di prestazioni sessuali, ma al tempo stesso non li regola. Questo modello è attuato dalla gran parte dei paesi dell'Europa occidentale: Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Spagna.

Infine il modello regolamentarista legalizza la prostituzione in diversi modi (statalizzazione dei bordelli o quartieri a luci rosse). In sette paesi europei: Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia. In questi stati la prostituzione è regolamentata. La legalizzazione porta con sé l’imposizione di tasse e restrizioni nell'esercizio della prostituzione individuando luoghi preposti all'attività e garantendo la prescrizione di controlli sanitari obbligatori e il dovere di segnalare attività e residenza.

mappa prostituzione ape
 

E nelle estremità del mondo la prostituzione è legale? 

Negli Stati Uniti la prostituzione non viene regolata dal governo federale (governo centrale) ma viene controllata dai vari stati federali. Oggi è legale solo in alcune contee del Nevada. In California è vietata dal 1872, quando chi la praticava era accusato di vagabondaggio e punito con sei mesi di prigione e 500 dollari di multa. Nel 1961 la legge è stata inasprita, aumentando la multa a mille dollari e trasformando la prostituzione in reato. Ma nel 2015 è nato un caso che potrebbe ribaltare la situazione e creare un precedente storico: “perché è illegale vendere il sesso consensuale tra adulti, mentre è lecito offrirlo gratis?”. Questa è la questione sollevata da tre ex prostitute e un cliente ai giudici della California e la Corte d’Appello di San Francisco che infatti non ha bocciato la loro causa. Nell’ottobre del 2017 c’è stato il dibattimento, e il giudice conservatore Carlos Bea si è domandato: "Perché dovrebbe essere illegale vendere un qualcosa che può essere legalmente ceduto gratis?". La collega conservatrice Consuelo Callahan ha insistito sul fatto che la prostituzione è storicamente "soggetta alla disapprovazione morale" ma questo caso riguarda i diritti individuali. Il viceministro della Giustizia della California ha risposto che "la differenza sta nella commercializzazione". I giudici hanno deciso di rinviare il caso al primo grado, senza escludere di considerarlo loro stessi. Se si andasse oltre la Corte d’Appello, l’ultima parola toccherebbe a quella Suprema, che come nel caso dell’aborto potrebbe legalizzare la prostituzione negli Usa.

Talvolta, anche dove la prostituzione è illegale, viene ampiamente accettata (se non favorita) per i notevoli vantaggi economici che può comportare. L'esempio "principe" è la Thailandia celebre meta di turismo sessuale, che incrementa sensibilmente il dato economico del paese. E di questo il governo ne è consapevole. Le ragazze povere provenienti dalla campagne venivano, e ancora oggi vengono, costrette dalle famiglie ad andare a Bangkok a vivere per qualche anno al fine di mantenere la famiglia. Il boom della prostituzione si è avuto negli anni sessanta e settanta del '900 con le basi americane di istanza a Pattaya e Bangkok durante la Guerra del Vietnam.

Due visioni diverse sul tema della prostituzione legale

A conclusione, i temi che si scontrano sono due: c’è chi ritiene fondamentale dare delle regole alla prostituzione non solo per il grande contributo economico allo Stato attraverso le tasse ma anche per un motivo igienico-sanitario, non meno importante del primo. In merito Pia Covre, fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute dice: “Criminalizzare la prostituzione è sbagliato, relega sempre di più le lavoratrici del sesso nell’underground, mettendole in pericolo”. Insieme alla collega Carla Corso nel lontano 1982 ha fondato il Comitato per i diritti civili delle prostitute, una sorta di sindacato - l’unico in Italia - che da oltre 30 anni si batte per l’abolizione della legge Merlin, la legalizzazione della prostituzione e il riconoscimento del lavoro sessuale, con tanto di diritti e doveri”

Dall’altra parte c’è la posizione di chi ritiene la prostituzione come un problema da risolvere partendo dal metterla fuori legge anche se praticata intenzionalmente, volontariamente e slegata da ogni tipo di reato collaterale come il favoreggiamento o l’induzione. Alla base del ragionamento c’è lo sfruttamento del corpo della donna a priori, e le case chiuse, i bordelli, non possono che essere le loro prigioni. Il dibattito è (ri)aperto.