Cronache

Caso Palamara, salta Sirignano dall'antimafia: "Di Matteo è un mezzo scemo"

Il Csm decide sull'incompatibilità ambientale del magistrato che dava indicazioni al collega sulle nomine

Caso Palamara, salta Sirignano dall'antimafia: "Di Matteo è un mezzo scemo"

Il caso Palamara tiene banco non solo al tribunale di Perugia, ma anche al Csm. Si decide oggi sulla posizione di Cesare Sirignano membro della direzione nazionale antimafia. Si valuta l'incompatibilità ambientale del magistrato. Nella primavera 2019 Sirignano viene intercettato mentre parla al telefono con Luca Palamara - si legge sul Fatto Quotidiano - ed esprime giudizi su Nino Di Matteo, al centro del dibattito politico per la questione legata al ministro Bonafede e al suo mancato incarico. Sul collega i giudizi non sono lusinghieri: "E' un mezzo scemo e voi lo avete portato come se fosse il padreterno in croce. Bisogna parlare con Federico (Cafiero De Raho)". La telefonata è del 7 maggio e fatalità vuole che il 26 maggio - come riporta il Fatto - De Raho estromette Di Matteo dal pool, per aver a suo dire rivelato in un'intervista tv riflessioni dello stesso pool. La relazione di Zaccaro (Area) è molto dura. "Non si è limitato a condividere con Palamara critiche aspre verso i colleghi, ma le ha inserite in un disegno volto ad inserire le pedine nei posti giusti dell'ufficio".