Chi è Matteo Maria Zuppi, il presidente della Cei tra i possibili successori di Papa Francesco - Affaritaliani.it

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Chi è Matteo Maria Zuppi, il presidente della Cei tra i possibili successori di Papa Francesco

Matteo Maria Zupp è l'attuale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nonchè arcivescovo di Bologna

Di Antonino D’Anna

Chi è Matteo Maria Zuppi, il presidente della Cei tra i possibili successori di Papa Francesco

Quando arrivò a Bologna come Arcivescovo fece fare i tortellini con ripieno al pollo perché anche i musulmani li potessero assaggiare: apriti cielo (è il caso di dire, anche perché non l’aveva disposto lui). Piacione, con un tratto sorridente, amichevole e accattivante. Dice che non è necessario avere fede in Cristo per essere salvati, è pronipote del cardinale Carlo Confalonieri che fu uno degli uomini cardine del pontificato di Paolo VI (1963-1978). Parliamo di Matteo Maria Zuppi, romano de Roma e 70 anni l’11 ottobre prossimo, il quale è attuale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, l’organismo che racchiude i vescovi italiani, nonché Arcivescovo di Bologna dal 2015 e cardinale dal 2019 indicato come papabilissimo.

L’uomo è targato Jorge Mario Bergoglio. Molto targato: viene dalla Comunità di Sant’Egidio, il movimento cattolico nato a Roma in quel di Trastevere negli anni ‘60 che si è specializzato – grazie ai rapporti con tutto il mondo – nel ruolo di diplomazia parallela della Santa Sede. Gli americani, nei cablogrammi di Wikileaks, hanno spiegato molto bene il ruolo di Sant’Egidio che viene usata come ballon d’essai ad opera della diplomazia Vaticana: quando Oltretevere non vogliono impegnarsi in prima persona, ecco che mandano avanti l’Onu di Trastevere, come viene anche chiamata: quelli vanno e, se il risultato è positivo, allora si può procedere con l’intervento ufficiale. Altrimenti restano là a presidio, in attesa di tempi migliori: è grazie a Sant’Egidio se la Chiesa cattolica ha potuto tenere un paio di maniglie nel regime comunista cinese e raggiunto in seguito un accordo sulla nomina dei vescovi (accordo che però, per i detrattori, sarebbe stato mediato molto al ribasso dall’attuale segretario di Stato Pietro Parolin. Ma non è colpa di Sant’Egidio né di Parolin, pressato da Francesco perché un accordo si chiudesse).

In qualità di diplomatico parallelo Zuppi, che è sacerdote dal 1981 ed ha sempre operato a vario titolo nelle parrocchie di Trastevere, è stato nel 1991 in Mozambico dove Sant’Egidio ha mediato con successo la fine della guerra civile in loco. Nel 2000 diventa assistente spirituale di Sant’Egidio, nel 2011 lo mandano a Torre Angela che è rione popoloso romano; l’anno dopo l’elevazione a Vescovo ausiliare di Roma e nel ‘15 Arcivescovo di Bologna. Amico di David Sassoli, giornalista e già presidente dell’Europarlamento, è sempre stato su posizioni progressiste e da ultimo Papa Francesco lo ha inviato come diplomatico parallelo a cercare di ottenere una mediazione tra Ucraina e Russia. Non ha concluso purtroppo granché.

Zuppi è molto in dialogo con il mondo musulmano: nel marzo scorso ha partecipato all’Iftar, il pasto che rompe il digiuno di Ramadan, in quel di Bologna. I musulmani l’hanno accolto con un caloroso applauso e poi lui ha detto: “Abbiamo un amico in comune che non sta bene”, cioè Francesco, chiedendo una preghiera: “per questa persona cristiana e solidale con chiunque creda in Dio, anche se di fede islamica”.

Arrivato a Roma il 22 aprile, Zuppi ha voluto incontrare i suoi vicari bolognesi prima di partire. Si è parlato del suo essere papabile? “Non vuole sentirne parlare”, ha detto al Resto del Carlino uno dei suoi vicari, monsignor Stefano Ottani. E, ovviamente, a San Petronio per adesso bocche cucite. Anche se, ha detto Ottani, “Si terrà in contatto con Bologna. Qualche scappata sotto le Torri la farà”. Difficile che la faccia in pieno Conclave: c’è da chiedersi se la farà da Papa, allora.