Cronache

Cna Lombardia, Recovery fund un'occasione storica ma si ascoltino le Regioni

Eduardo Cagnazzi

Parolo: "Non coglierla significherebbe andare alla deriva e lasciarsi trascinare dalla corrente". Nella programmazione occorre il coinvolgimento dei territori

Di fronte al dibattito che si sta aprendo in merito all’impiego, a scopi di rilancio economico del sistema – Paese, dei 209 miliardi di euro assegnati all’Italia dall’Unione europea, Cna Lombardia ritiene più che mai opportuno tenere insieme due esigenze: da un lato la necessità di una pianificazione spedita, in grado di costruire una risposta tempestiva all’emergenza in cui versano le prospettive economiche e gli equilibri sociali italiani; dall’altro la necessità di assicurare una programmazione sistemica, segnata dalla sintesi di priorità territoriali differenti ma da far convergere in una gerarchia chiara di scelte strategiche per tutto il Paese.

“Il Recovery Fund rappresenta un’occasione storica. Non coglierla significa scegliere di andare alla deriva e di lasciarsi trascinare dalla corrente”, osserva il presidente di Cna Lombardia, Daniele Parolo (nella foto). “Senza dubbio sapere che i primi soldi dei fondi assegnati all’Italia arriveranno nel giugno 2021 fa riflettere sulla tempestività degli strumenti di cui disponiamo per contrastare la crisi da lock-down anti-Covid 19. Ma è anche vero -prosegue Parolo- che la complessità dei meccanismi europei e nazionali deriva in parte dall’esigenza di assicurare che queste risorse economiche siano impiegate non per manovre difensive e meramente redistributive, ma per segnare passi avanti sui temi cruciali della competitività. Visto che bisogna essere seri fino in fondo, quello che ci auguriamo è che anche una Regione importante come la Lombardia, che da sola rappresenta il 22% del Pil nazionale, trovi in materia di Recovery Fund tempestive e compiute occasioni di ascolto da parte del Governo in carica. Un master plan italiano che non contempli un ascolto delle principali energie territoriali del Paese sarebbe necessariamente fragile”.

Sul tema il commento del segretario dell'organismo lombardo, Stefano Binda, è altrettanto netto: “Dove massimo è il pericolo massimo è quello che salva. Abbiamo 5 milioni di imprese e circa 17 milioni di addetti da accompagnare verso un orizzonte di sostenibilità ambientale, digitalizzazione e verso una larga dotazione di infrastrutture. La pubblica amministrazione e il fisco hanno bisogno di riforme strutturali nel segno dell’equità e della semplicità e possono fare passi in avanti soprattutto in materia di gestione dei dati, mentre al centro degli sforzi del Paese la scuola e la formazione possono essere ritrovati come driver fondamentali della crescita”.

Cna Lombardia ha nelle ultime settimane avuto modo di confrontarsi con forze politiche di maggioranza e minoranza, in Consiglio regionale, in merito all’urgenza di una verifica e di un miglioramento dell’assetto della sanità regionale. Gli approfondimenti condotti anche presso la platea degli imprenditori, sia quelli in attività sia quelli pensionati, hanno evidenziato, alla luce dell’emergenza sanitaria, un forte bisogno di maggiore capillarità nel presidio sanitario dei territori e delle comunità, in primis attraverso un rilancio della medicina di base e della telemedicina.

“Occorre rilanciare il tema dell’eccellenza oltre i pur stimabili poli ospedalieri, a favore di una rete di eccellenze diffuse, fatta di persone, professionalità, integrazione e coordinamento territoriali” afferma il Presidente Parolo, concludendo che “in tutto ciò, che il Governo abbia scelto di non servirsi del Mes, appare sinceramente un’occasione persa”.