Cronache

Come migliorarsi parlando al nostro inconscio

Il dialogo interiore è importante, anzi, fondamentale. Ciò che ci diciamo determina la capacità di successo delle nostre azioni. La qualità del risultato di una attività, a volte la sua stessa riuscita, dipende da ciò che noi pensiamo di essere, ovvero da quanto noi ci riteniamo capaci di compiere quell’azione, di raggiungere quel traguardo. In pratica la maggior parte del risultato delle nostre sfide dipende dal pre-giudizio che abbiamo di noi stessi. Vediamo meglio questo concetto e come potere rafforzare le nostre capacità di ottenere ciò che vogliamo.

Ogni persona si misura con migliaia di cose ogni giorno, la maggior parte delle attività sono ripetitive, sono cioè fatte in abitudine. Però ci sono anche le sfide impreviste che richiedono un impegno nuovo, eccezionale. Il risultato di queste sfide dipende dallo spirito con cui vengono affrontate, o per meglio dire, dalla valutazione che noi diamo di noi stessi rispetto alla capacità di riuscire a vincere la sfida che si propone. In pratica se per gli altri noi siamo ciò che facciamo (come abbiamo visto nell’articolo della scorsa settimana), noi facciamo le cose in funzione di ciò che pensiamo di essere. Se pensiamo di essere bravi, ci approcceremo a fare le cose con la sicurezza di chi è in grado di riuscire; se pensiamo di non essere all’altezza della sfida, la affronteremo con titubanza, forse con scarsa convinzione e il risultato sarà già compromesso in partenza. Analizziamo meglio il concetto con un episodio storico illuminante, la storia del record sul miglio di Richard Bannister. Alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 Bannister, corridore che si misurava sul mezzo fondo, finì quarto e fuori dal podio nella finale dei 1500 metri, quando il suo obiettivo dichiarato era la medaglia d'oro.

Nei giorni successivi la sconfitta valutò addirittura di smettere definitivamente di correre ma poi, un nuovo grande obiettivo gli ridiede entusiasmo, provare al mondo che si poteva correre il miglio in meno di 4 minuti. Infatti, fino ad allora la comunità scientifica mondiale era della convinzione che l'uomo non potesse fisicamente coprire la distanza di un miglio in meno di quattro minuti. Lo impedivano la struttura dei nostri tendini, dei muscoli, insomma la nostra struttura fisica in generale. Quella convinzione della comunità medico-scientifica era pari a una sentenza, considerata una legge assoluta. Bannister voleva dimostrare che la comunità scientifica sbagliava, sentiva che l’obiettivo di correre sotto il miglio era alla sua portata, indipendentemente dai condizionamenti esterni.

E il 6 Maggio 1954 alla Oxford University, Bannister, dopo mesi di allenamento specifico, corse il miglio in 3 minuti 59 secondi e 4 decimi, un trionfo ricordato ancora oggi con una targa commemorativa sul posto. Ma la cosa più straordinaria non fu il record di Bannister, bensì che solo 46 giorni dopo il corridore finlandese John Landy, migliorò lo stesso primato e, nell'anno successivo, decine e decine di corridori in tutto il mondo corsero il miglio sotto i 4 minuti. Sapere che una impresa è possibile, avere la convinzione che un obiettivo non è più impossibile, dà la determinazione e la voglia di ottenerlo. Perché prima di Bannister nessuno era riuscito a correre il miglio in 4 minuti? Perché ognuno pensava fosse impossibile e si riteneva incapace, ovvero si comportava esattamente come pensava di essere, incapace di battere il record. Perché dopo Bannister, Landy migliora il record? Perché era convinto, dopo la dimostrazione di Bannister, che l’uomo potesse scendere sotto i 4 minuti, e quindi ha fatto ciò che pensava di essere, ovvero capace di correre il miglio sotto i 4 minuti. La morale è che se tu pensi di essere una Donna sicura, ti sentirai sicura, ti comporterai da donna sicura e gli altri ti vedranno come una donna sicura. Ancora, se ti convincerai di essere una donna sicura, al tuo cervello manderai continuamente messaggi di sicurezza, il tuo cervello a sua volta trasmetterà al corpo gli impulsi e gli atteggiamenti di una donna sicura equesti a sua volta saranno ritrasmessi al cervello, innescando un circolo virtuoso di sicurezza.

Lorenzo Masini

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