Cronache

Concorsi, Bussetti: "Basterà la laurea per fare i concorsi e diventare prof."

Bussetti: “Basterà la laurea per fare i concorsi. Il Fit troppo lungo". La riforma già dal prossimo anno

Bussetti: "Basterà la laurea per fare i concorsi e diventare prof."

Il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, in un’intervista a Italia Oggi, annuncia il progetto a cui sta lavorando, ovvero quello di riformare il sistema di reclutamento dei docenti, il quale deve diventare più agile e veloce al fine di provvedere al bisogno di nuovi insegnanti. 
Bussetti considera infatti il Fit, l’attuale sistema di formazione iniziale e tirocinio previsto dalla riforma della Buona Scuola del governo Renzi, eccessivamente lungo ( tre anni post lauream) e poco congeniale al reclutamento dei docenti, così come mostra ciò che è accaduto quest’anno, con 57mila posti autorizzati e ben 32mila cattedre rimaste vuote.

Bussetti: “Basterà la laurea per fare i concorsi. Il Fit troppo lungo". La riforma già dal prossimo anno


Il progetto del Ministro dell’Istruzione è quello di aprire nuovamente il percorso di reclutamento ai laureati, con integrazione di esami ad hoc e poi il concorso. “Dobbiamo prevedere una formazione già durante gli anni universitari. Per far sì che si possa andare in cattedra a 26 anni, non a 30 o 40. Con un concorso bandito regolarmente sarà possibile accedere all'insegnamento subito dopo la laurea, senza percorsi di studio ulteriori”.

Concorsi, Bussetti: "Basterà la laurea per fare i concorsi e diventare prof."


Inoltre Bussetti risponde anche alla domanda sui problemi strutturali delle scuole italiane, affermando che: “Abbiamo 7 miliardi a disposizione e faremo sì che vengano utilizzati per le certificazioni che mancano agli istituti, per le verifiche negli edifici e per la messa in sicurezza delle strutture”.


Infine per quanto riguarda l’Alternanza scuola-lavoro non si può parlare di cancellazione, anche perché secondo il Ministro dell’Istruzione essa si configura come una “forma di orientamento importante per i nostri giovani”, ma sicuramente dovranno essere apportate delle modifiche al fine di migliorare il rendimento di tale strumento didattico.