Cronache
Consip,il cellulare di Renzi senior può interessare anche alla Procura di Roma
Nel cellulare di Tiziano Renzi, sequestrato il 3 ottobre, potrebbero esserci dei contenuti che non solo interessano alla Procura di Firenze ma anche a quella di Roma, dove, come scrive Il Fatto Quotidiano, il padre dell’ex premier è ancora sotto inchiesta in uno dei filoni dell’indagine Consip. Lunedi prossimo si saprà se il gip Gaspare Sturzo archivierà, come su richiesta dei pm, se rinvierà a giudizio “babbo” Renzi o se delegherà nuove indagini. In questo caso, anche a Roma, il cellulare di Tiziano Renzi potrebbe tornare utile. Il reato contestato a Tiziano Renzi tra Roma e Firenze, anche se per vicende diverse, è lo stesso: il traffico di influenze. Al centro dell’indagine toscana c’è un incontro del 17 giugno 2015 tra l’allora sottosegretario Luca Lotti e l’imprenditore Luigi Dagostino, che sarebbe stato organizzato da Tiziano Renzi.
Un appuntamento riportato dal pm fiorentino Christine Von Borries durante la requisitoria del 7 ottobre scorso: quel giorno si discuteva il processo per false fatture a Tiziano Renzi e alla moglie Laura Bovoli. Come scrive sempre Il Fatto Quotidiano, entrambi sono stati condannati in primo grado a un anno e nove mesi. Dagostino è stato condannato a due anni. Il processo riguarda due fatture pagate dalla Tramor, di cui Dagostino è stato amministratore, a due società dei Renzi: vi è una fattura del 15 giugno 2015, emessa dalla Party Srl per un valore di 24.400 euro Iva inclusa, e una seconda, emessa 15 giorni dopo, dalla Eventi 6 dal valore di 140 mila euro più Iva. Per l’accusa le due fatture sono false.
Durante la requisitoria quindi la pm Von Borries ha fatto riferimento all’episodio –esterno al processo – dell’incontro a Palazzo Chigi di Dagostino con Lotti. “Fissai con Lotti tramite Tiziano Renzi un appuntamento dicendogli che volevo portargli un magistrato che aveva interesse a mostrare una proposta di legge”, dice Dagostino il 30 aprile 2018. Il magistrato presente era Antonio Savasta, pm di Trani (poi arrestato per altre vicende) “che avrebbe dovuto indagare anche Dagostino per uso di fatture false”, ricostruisce l’accusa. Per la pm l’incontro è stato “frutto evidente di questa mediazione posta in essere da Tiziano Renzi a favore di Dagostino tramite Lotti”.
Due giorni prima dell’incontro infatti - ricostruisce la pm - “la Party srl di Laura Bovoli (amministratore di diritto) e Tiziano Renzi (amministratore di fatto) emette la fattura n. 1 a favore della Tramor amministrata ancora da Dagostino e che viene pagata di lì a poco”. Il 30 giugno 2015 viene emessa la fattura dalla Eventi 6. La sensazione è che la Von Borries ora voglia puntare a dimostrare che le operazioni inesistenti fossero il presupposto per un traffico di influenze. Da qui il sequestro del 3 ottobre - di cui ha scritto ieri La Verità - del cellulare, di un pc e una pen drive del padre dell’ex premier. “Un atto dovuto - spiegano i legali di Renzi -. (...) È subito emerso che non vi sia nulla di rilevante e pertinente alla vicenda. Sempre come riferisce Il Fatto Quotidiano, Il pc era già stato consegnato agli inquirenti per ben due volte e ad ore tutti i beni saranno restituiti. (...) L’ipotesi in potenziale contestazione non è fondata ed al momento è formulata in maniera molto generica”. Dall’analisi del cellulare e del pc quindi bisognerà capire se il “babbo” fece davvero da mediatore con Lotti. Ma il contenuto del telefonino potrebbe interessare anche Roma. Siamo nel campo delle ipotesi: solo l’esito finale dell’analisi della Finanza darà delle risposte certe.
Sempre come riporta Il Fatto Quotidiano, cosa facesse Renzi nell’estate 2015 e nel 2016 la Procura di Roma lo ha scoperto, in parte, dal sequestro di un altro cellulare, quello di Carlo Russo (non di Tiziano Renzi, mai sequestrato da Roma). Russo da poco è stato rinviato a giudizio. Secondo l’impostazione dei pm capitolini faceva accordi con l’imprenditore Alfredo Romeo, offrendo in cambio influenze sui vertici Consip, ma senza che Tiziano Renzi ne fosse al corrente. Da qui l’accusa di millantato credito per Russo e la richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi. Dal cellulare di Russo però i pm scoprono varie cose, ad esempio “un’incontro Tiziano Renzi, Russo, Romeo in Firenze il 16 luglio 2015”. Nonostante la prova dell’incontro (negato dai tre), la Procura non cambia idea perchè ritenuto troppo datato rispetto agli accordi Russo-Romeo. Il 14 ottobre arriverà la decisione del Gup Sturzo. Ma qualora dall’analisi di cellulare o pc di Tiziano Renzi dovesse emergere circostanze rilevanti, per il “babbo” potrebbe non concludersi non solo il capitolo fiorentino, ma anche quello romano.