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Cronache
Consip, Sessa e Scafarto sospesi dal servizio, Hanno manomesso i telefoni

Interdizione di un anno dall'esercizio di pubblici ufficiali dei carabinieri ed una nuova accusa, questa volta di depistaggio per il maggiore dei carabinieri Gian Paolo Scafarto e per il colonnello Alessandro Sessa, indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma su Consip. L'ha disposta il gip Gaspare Sturzo su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi. Per Scafarto, già indagato per falso e rivelazione del segreto d'ufficio, è scattata anche l'ipotesi di depistaggio. Stessa ipotesi per Sessa, già iscritto sempre per depistaggio in relazione alle false dichiarazioni rese al pm.

La nuova accusa di depistaggio si riferisce all'eliminazione delle comunicazioni intercorse tra i due al fine di sviare, secondo l'accusa, le indagini della procura sulla fuga di notizie riguardanti l'inchiesta a suo tempo aperta a Napoli su Consip. Secondo le accuse, Sessa avrebbe chiesto aiuto a Scafarto per eliminare il backup automatico dell'applicazione Whatsapp, usata dai due per scambiare informazioni sull'inchiesta. Il tutto avvenne quanto Scafarto era già indagato e il suo smartphone era già stato sequestrato dagli inquirenti. Scafarto reinstallò l'applicazione sullo smartphone del suo superiore dopo aver distrutto messaggi e documenti indispensabili all'indagine sulla fuga di notizie che ha coinvolto esponenti di spicco dell'Arma. Per il gip il comportamento dei due fu deliberatamente volto alla distruzione di prove. Per questo entrambi sono stati sospesi dal servizio per un anno, come chiesto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, responsabili del fascicolo.

La revoca al Noe della delega delle indagini, disposta dalla Procura di Roma nel marzo del 2017 nell'ambito degli accertamenti Consip, considerato "un fatto rarissimo", avrebbe dovuto consigliare il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa "di agire in modo retto, probo e osservante dei propri doveri verso la legge e le istituzioni di riferimento e quelle di appartenenza". E invece "sembra essere stata proprio questa appartenenza l'occasione prossima per consumare altri delitti per le finalità di depistaggio". È uno dei passi dell'ordinanza di applicazione della misura interdittiva della sospensione dalle funzioni firmata dal gip Gaspare Sturzo nei confronti dei due ex ufficiali del Noe, reparto che si occupò inizialmente su input della Procura di Napoli delle indagini Consip. E Scafarto e Sessa risultano ancora in servizio.

"Sappiamo come l'accusa abbia accertato, addirittura - prosegue il gip - la promozione a maggiore dello Scafarto. Ne deriva che, allo stato, entrambi gli indagati risultino dagli accertamenti riferiti come ancora in servizio e, quindi, in grado di trarre occasione prossima dall'uso attuale dei poteri di polizia giudiziaria connessi al ruolo di ufficiali dei Carabinieri". Dunque, a parere del gip, oltre al pericolo di reiterazione del reato (la distruzione di documenti contenuti nei rispettivi cellulari al fine di sviare le indagini) c'è anche quello di inquinamento probatorio. "L'attuale presenza in servizio di Scafarto e Sessa, in un contesto gravissimo di operazioni di falsi e depistaggio quanto alle numerose indagini connesse in corso, va a incidere concretamente in un contesto in evoluzione su cui tali soggetti sia in rapporto ai subordinati che all'interno della scala gerarchica dei Carabinieri, alcuni dei quali soggetti iscritti per rivelazione del segreto", al punto che le stesse indagini "possono essere danneggiate o forzate per conclusioni non veritiere".

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consipscafarto noe renzicaso consip
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