Cronache

Coronavirus, fase 2: se si superano 359 positivi al giorno torna il lockdown

I 5 scenari segreti nei report riservati del comitato tecnico-scientifico, situazione da monitorare costantemente

Coronavirus, se si superano i 359 positivi al giorno si torna al lockdown

 

L'emergenza Coronavirus continua in tutta Italia. La "fase 2" è cominciata, ma porta con sè molti rischi. Un report segreto del comitato tecnico-scientifico svela 5 scenari possibili. Il punto di partenza - spiega il Corriere della Sera - sono i circa 20 mila casi positivi di oggi. Nei report riservati allo studio delle autorità sanitarie ci sono le previsioni che dicono se e quando dovrà scattare l’alert. Il periodo preso in considerazione è fino al 30 giugno. Considerati i 14 giorni di incubazione del virus, le prossime due date cruciali sono il 18 maggio e il primo giugno.

Scenario uno, quello ideale: l’evoluzione prosegue come nell’ultimo periodo di lockdown, e quindi nelle prossime due settimane avremo una media di 166 nuovi contagi al giorno, per scendere intorno ai 76 al primo giugno. Scenario due: la situazione rimane stabile con una media di 280 casi in più al giorno, ed è considerata sotto controllo. Scenario tre: la media dei contagi giornalieri comincia salire fino a superare i 359. In questo caso scatterebbe l’alert: vuol dire che al 18 maggio avremo oltre cinquemila positivi in più rispetto ad oggi, che diventerebbero oltre dodicimila al primo giugno, con il sistema sanitario che entra in sofferenza. Gli scenari quattro e cinque vanno da quello considerato rischioso (457 casi), a quello classificato come catastrofico: 578 nuovi casi al giorno in due settimane.

Il conto su cui si basano le previsioni - prosegue il Corriere della Sera - è un calcolo matematico: numero dei casi positivi di oggi diviso per la media della settimana precedente. È il cosiddetto «indice di contagio», che attualmente è di 0,8. Se il rapporto va all’1 vuol dire che a fine giugno avremmo oltre 16.000 casi in più. All’1,1 oltre 37 mila, che diventano 94 mila all’1,2, mentre all’1,3 si superano i 245 mila in più. Si ritorna cioè al punto di partenza. Una catastrofe per la tenuta delle strutture sanitarie.