Cronache

Corruzione alle Dogane e Monopoli: Bat Italia parte civile nel processo penale

Bat si costituisce parte civile nel processo penale a carico dei dirigenti di Philip Morris e dei Monopoli di Stato. Philip Morris: "Accuse infondate"

Corruzione alle Dogane e Monopoli: a seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore di Roma Alberto Pioletti per i manager e collaboratori di Philip Morris e dirigenti dei Monopoli di Stato, British American Tobacco si costituisce parte civile con l’obiettivo “di ottenere un risarcimento dei danni come parte offesa dal reato”.

Il procedimento penale nasce dall’indagine della Procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, del dicembre 2019 (indagine “Cassandra”), che avrebbe scoperto una consolidata rete corruttiva che portava fino agli uffici dei Monopoli di Stato. L’indagine avrebbe evidenziato lo “stabile asservimento della funziona pubblica” – ovvero dei dirigenti dei Monopoli di Stato – che avrebbero “rivelato notizie e documenti, acquisiti per motivi d’ufficio, e riservato un trattamento di riguardo, ai dipendenti di Philip Morris Italia a discapito degli altri produttori concorrenti”, come riportano gli atti della Procura di Roma.

Come si evince dagli incartamenti, il sostituto procuratore Alberto Pioletti ha accusato anche la società Philip Morris Italia S.r.l. perché i comportamenti corruttivi e di turbativa della concorrenza sarebbero stati posti in essere da propri dirigenti e collaboratori nell’interesse e a vantaggio della Philip Morris Italia S.r.l.

“Abbiamo seguito sin dall’inizio e con la massima attenzione ogni sviluppo dell’indagine Cassandra depositando, agli inizi di febbraio, un esposto in Procura – dichiara Alessandro Bertolini, Vice Presidente di British American Tobacco Italia e Direttore Affari Legali e Relazioni Esterne per il Sud Europa. Nell’esposto abbiamo, fra l’altro, sottolineato come lo “stabile asservimento” evidenziato negli atti dell’indagine potrebbe avere anche influenzato il processo decisionale che ha portato, a fine 2018, al drastico incremento dello sconto fiscale concesso alle nuove sigarette a tabacco riscaldato di cui IQOS HEETS di Philip Morris deteneva, a quella data, il 100% della relativa quota di mercato. Nel medesimo arco temporale, in base agli atti del procedimento in corso, il direttore centrale delle Accise e dei Monopoli avrebbe ricevuto promesse per l’assunzione di un proprio parente stretto. Venire a conoscenza di possibili favoritismi e clientelismi tali da turbare, fra l’altro, la corretta dinamica concorrenziale sul mercato a vantaggio di un concorrente è per noi un fatto gravissimo rispetto al quale ci sentiamo parte lesa ed in relazione al quale, con la costituzione quale parte civile, intendiamo chiedere il risarcimento dei danni.  Auspichiamo che il procedimento penale in corso faccia piena luce su fatti e circostanze che gettano ombra sulla trasparenza ed imparzialità dell’azione amministrativa e sul doveroso rispetto della libera concorrenza nel mercato di riferimento”.

La replica di Philip Morris Italia

Con riferimento alle comunicazioni a mezzo stampa rese note in data odierna da British American Tobacco Italia, Philip Morris Italia intende precisare quanto segue: "Philip Morris Italia S.r.l. (“PM Italia”) ripone la massima fiducia nel sistema giudiziario. L’Azienda ritiene che le accuse mosse dal Pubblico Ministero di Roma nei suoi confronti siano infondate e si difenderà in tutte le sedi opportune per provare la propria estraneità ai fatti contestati. Come affiliata di Philip Morris International Inc., PM Italia ha rigide procedure e controlli che disciplinano le interazioni di dipendenti e consulenti con pubblici ufficiali. Queste procedure vengono scrupolosamente fatte rispettare in tutta l'organizzazione. Le accuse mosse da British American Tobacco contro la tassazione dei prodotti a base di tabacco riscaldato sono già state chiaramente respinte dalla polizia giudiziaria la quale, dopo aver esaminato la richiesta, ha concluso in termini categorici che la modifica delle tasse è stata decisa dal Legislatore e non è attribuibile a una condotta illecita dell’azienda. Comprendiamo che la radicale trasformazione del settore del tabacco che stiamo guidando per sostituire le sigarette con alternative potenzialmente meno dannose si scontri con chi vorrebbe mantenere lo status quo. La posizione espressa oggi da BAT è diametralmente opposta a quella apertamente dichiarata sui media un anno fa, quando i vertici della stessa azienda plaudivano all’intervento legislativo ora contestato in quanto avrebbe permesso di rendere più accessibili ai fumatori adulti prodotti senza combustione".