Cronache
Palamara ad Affari: “Carrierismo e... Vi spiego i mali della magistratura"
Correnti di potere, divulgazione di alcune notizie e non di altre, scaldali, la magistratura è in crisi? Ne abbiamo parlato a 360 gradi con Luca Palamara
Le vicende si stanno accavallando in questi giorni: dalla divulgazione e gestione dei fascicoli dell’avvocato Amara alla loggia Ungheria, la sentenza del Consiglio di Stato che considera illegittima la nomina del procuratore capo di Roma Prestipino, ma anche il caso giudiziario dell’anno, quello riguardante l’accusa di violenza sessuale che si concentra su Grillo junior, ora si scopre che il presidente del tribunale di Tempo Pausania ha ricevuto un’accusa di molestie sessuali da una giudice. Ma che sta succedendo nella magistratura italiana. Viene fuori tutto ora?
Penso che accomunare insieme fatti diversi rischi in qualche modo di sviarne la comprensione
Certo, sono tanti singoli fatti che non...
Alcuni fatti sono tra loro collegati, altri scollegati e che attengono a vicende processuali in corso, rispetto le quali bisognerà attenderne l'esito. Più in generale c'è un momento di enfatizzazione di alcune situazioni ma allo stesso tempo io penso che sia quanto mai doveroso comprendere tutto quanto accaduto, comprendere la verità dei fatti nella più ampia trasparenza
Questa vicenda della loggia Ungheria e la gestione del caso, la divulgazione, falsa o vera che sia l'esistenza della loggia, sta mostrando una situazione strana...
In realtà il contenuto del caso non lo conosciamo. Ci sono dei riflessi di questa vicenda che stanno venendo fuori ma che vanno meglio accertati. Per farlo però bisogna attendere che vengano compiuti gli accertamenti delle procure competenti, per capire i perché. Poi ci sono stati anche determinati comportamenti all'interno del Consiglio superiore della magistratura…
Lei come dispiega certi comportamenti comunque considerati anomali?
Sono dinamica di difficile comprensione. In un caso del genere la via istituzionale che andava seguita era l'esposto. C'è stato un precedente, come quello dell'esposto del dottor Fava, che però poi è rimasto lettera morta. Da questo punto di vista non sempre la via istituzionale è quella che poi dà seguito in qualche modo, ma la strada istituzionale era l'esposto al Comitato di presidenza
Sembra che all'interno della magistratura stia emergendo in modo preponderante una lotta tra gruppi ma anche tra singoli leader, una lotta molto soverchiante rispetto all'amministrazione della giustizia in sé. È sbagliato pensare questo o è corretto, secondo lei?
Diceva qualcuno che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca
Quando sono uscite le sue chat e le intercettazioni qualcuno ha detto che era solo l'inizio. Molti non c'hanno creduto ma è successo, visti anche i fatti. Perché è accaduto secondo lei?
Questo non spetta a me dirlo, nel senso che secondo me è arrivato il momento, come hanno chiesto tanti magistrati ancor prima dei cittadini, cioè quelli che non facevano parte del sistema delle correnti, che hanno chiesto di farci capire come funzionava un sistema. A torto o a ragione il meccanismo di funzionamento interno era quello delle correnti con le conseguenze che sappiamo. Non necessariamente deve identificarsi con qualcosa di illecito o che non premi chi non lo merita ma...
Certo...
...diciamolo pure con franchezza: tanti presidenti dei tribunale e procuratori della Repubblica sono assolutamente degni di farlo e sono preparati professionalmente. Ma dentro un sistema congegnato che prevede però degli accordi, delle mediazioni, dei patteggiamenti tra i gruppi della magistratura e tra i gruppi della politica. Questa è la realtà interna. Volutamente si è negata. Ma sono felice che vi siano figure importanti che invece vogliono adottare una ferma politica di cambiamento nella magistratura
Con questo meccanismo anche un magistrato particolarmente bravo doveva e deve comunque piegarsi alle logiche delle correnti...
Si e secondo me la credibilità oggi può venire solo da chi non ha fatto parte di questo meccanismo delle correnti. C'è anche un discorso di credibilità
Sembra sia esploso un quadro però. Cioè in questa fase sembra esserci una guerra a 360 gradi, su tutti i fronti. Poi certo sì, c'è molta attenzione mediatica però...
Si, penso che adesso rispetto a quello che è accaduto sia giusto far comprendere tutte le storie e tutte le situazione, non isolandole ma trattandole congiuntamente. Capire tutto ciò che è accaduto nel meccanismo interno. Ma la magistratura deve creare le condizioni per un reale rinnovamento.
Se invece si pensa di risolvere il problema della magistratura utilizzando solo le mie chat è chiaro che si fa un'opera che non consente questa politica di rinnovamento, soprattutto se poi a giudicare le chat, come ho detto in più occasioni, sono coloro che di quelle chat fanno parte
I conflitti all’interno della magistratura stanno prendendo il sopravvento?
Io penso che prima di tutto deve venire il bene primario che rappresenta la magistratura nel Paese. La magistratura viene prima di chiunque altro, prima delle ambizioni personali e professionali. È fondamentale quanto mai che si vada in quest'ottica; che venga prima di ogni cosa il bene primario rappresentato dalla magistratura e anche il rapporto di credibilità e fiducia con i cittadini, senza dimenticare mai che tantissimi magistrati quotidianamente, tra mille difficoltà, mandano avanti la macchina della giustizia. Queste cose devono venire prima delle beghe di potere tra le correnti e tra i magistrati
Certo. Volevo anche chiederle: in questo ciclone che sta investendo la magistratura inizialmente non era coinvolta la procura di Milano. Oggi le due più grandi procure italiane, Roma e Milano, sono al centro dei vari casi più caldi. E’ questo un sintomo della crisi della magistratura o sono fatti estemporanei?
Io penso si debba svolgere una riflessione sul fatto che purtroppo, a torto o a ragione, i problemi della magistratura nascano principalmente all'interno dei rapporti conflittuali dentro gli uffici di procura. Non dimentichiamoci che alcuni anni fa proprio la procura di Milano fu scenario di un conflitto tra l’allora procuratore capo Bruti Liberati e l’aggiunto Robledo. Molte pagine vennero scritte su questi accadimenti. Qualcuno se lo dimentica spesso ma già allora quei fatti e quelle situazioni crearono grande tensione, non solo all'interno dell'ufficio. Questo perché il tema di riflessione centrale dovrebbe essere il ruolo delle procure e l'assetto di potere che spesso si muove all'interno degli uffici di procura. A torto o a ragione la gestione del potere parte proprio dal ruolo del procuratore della Repubblica e dal ruolo dell'attività della procura della Repubblica. Lì dentro, spesso, da un lato il carrierismo dall'altro anche la gestione del potere portano a situazioni che poco hanno a che fare effettivamente con i processi. Questi rischiano di passare in secondo piano ma sono invece il dna che dovrebbe caratterizzare l'azione di ogni singola procura
Per molti anni si è evitato di associare il termine potere e carriere alla magistratura, pensando che i magistrati non fossero uomini anche con tensioni, aspirazioni, piccolezze, difetti e pregi, quelli di tutti gli altri uomini...
Invece il tema del carrierismo e del potere connota appunto anche la magistratura ed è quello che sta venendo fuori. E ripeto i conflitti all'interno delle procure non nasce oggi. Su tema conflitti basti guardare a quello che accaduto a Milano in passato