Cronache
Croce Rossa Militare, tutti i rischi della smilitarizzazione
Dal recupero dei corpi dei migranti al terrorismo: tante competenze a rischio







La smilitarizzazione rischia di far perdere un grande patrimonio di esperienza e formazione ultracentenaria di un contingente impegnato in missioni rischiose insieme alle Forze Armate. I militari transiterebbero in ruoli civili, probabilmente in qualche ministero, e le loro importanti competenze andrebbero perse. Basti pensare alla fondamentale azione di supporto sanitario alle operazioni di disinnesco degli ordigni bellici e tutte le attività di biocontenimento e decontaminazione.
Attività fondamentali anche nell'ottica di attività antiterrorismo, nelle quali il Corpo Militare della Cri è chiamato a supportare le Forze armate. Tra gli altri compiti, infatti, c'è quello di garantire la decontaminazione nello sventurato caso di attacco terroristico (e purtroppo le notizie di queste settimane gettano l'inquietante dubbio che i jihadisti possano entrare in possesso di armi biologiche o persino chimiche). Ma non solo. E' fondamentale l'impegno della Corpo militare anche per la prevenzione e il controllo dei flussi migratori.
A Catania e Taranto, per esempio, ci sono due avamposti di biocontenimento in grado di prevenire la diffusione di epidemie come l'Ebola e organizzare poi il trasferimento dei malati nei centri medici specialistici del Sacco di Milano e dello Spallanzani di Roma.
Tante e importanti competenze che l'Italia non può permettersi di perdere in quanto con la smilitarizzazione non ci sarebbe più la garanzia di funzionamento delle attività perché tutto il bacino di personale effettivo verrebbe a mancare. Insomma, un corpo che funziona, è efficiente e costa poco è a rischio per sostituirlo non si sa bene con che cosa. Forse chi di dovere dovrebbe farci una seria riflessione prima di pregiudicare questa importante mole di esperienza e professionalità.