Cronache
Daisy: esclusa l'aggravante razziale, spuntano arresti e condanna per il padre
Gli inquirenti escludono il movente razziale nel lancio delle uova a Daisy Osakue, e il Giornale scava nel passato del padre dell'atleta
Il caso Daisy Osakue si rivela sempre più ricco di colpi di scena. Si è scoperto che uno dei lanciatori dell'uovo, l'autista del Doblò della "gang", è figlio del consigliere Pd di Vinovo Roberto de Pascali, ed è stasta esclusa l'aggravante razziale.
Ma poi in rete è spuntato un articolo di Repubblica del 2002 con tale Iredia Osakue arrestato in una retata per prostiuzione ed è caduto giù il mondo. Anticipato dal Primato Nazionale che ieri aveva dato la notizia dei due arresti per tentato omicidio, arriva l'articolo del Giornale a firma Laura Tecce, che rivela: "Ciò che invece emerge da una sentenza di primo grado del 9 ottobre 2007, emessa dal gup Cristina Palmesino al termine di un processo con il rito abbreviato, è che Iredia Osakue è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata rapina e spaccio di droga. L'uomo sarebbe stato a capo di un'organizzazione, chiamata «Eiye», che ha base in Nigeria ma molte ramificazioni in Europa".
E ancora: "Al centro del processo la lotta con l'organizzazione rivale «Black Axe» con cui si contendeva il controllo del Torinese. Al gruppo venivano attribuiti diversi reati: truffa, intimidazioni, tentati omicidi, lesioni, estorsioni ed esercitava la violenza fisica «con armi bianche e da sparo», con «frustate attraverso lo strumento africano detto kobu-kobu al fine di costringere connazionali ad affiliarsi o di punire chi sgarrava».
Quanto all'articolo di Repubblica del 2002 riguardo a una retata contro la prostituzione e a sette arresti fra cui quello di tale "Iredia Osakue", Laura Tecce aggiunge: "I carabinieri di Moncalieri confermano che l'uomo arrestato per sfruttamento della prostituzione nel 2002 è lo stesso Iredia Osakue, padre della discobola azzurra Daisy, e Lovely Albert, altro non sarebbe che la madre della giovane, che oggi avrebbe cambiato nome in Magdeline. Oggi l'uomo è il titolare di un centro pratiche per immigrati, la Daad Agency di Moncalieri, che gestisce dai permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari, nonché mediatore culturale in una cooperativa che gestisce l'accoglienza, la cooperativa sociale Sanitalia service che gestisce 15 strutture in Piemonte".
Sempre sull'articolo di Laura Tecce si legge che "i vigili urbani di Torino avrebbero riarrestato, nel 2006, un Iredia Osakue per una vicenda legata alla tratta delle ragazze nigeriane".
Ammesso e non concesso che l'ultimo dei casi sia un omonimo, ma gli elementi succitati, gli arresti, i reati, le condanne ci fanno domandare com'è possibile che Osakue oggi sia un mediatore culturale. Si attendono quindi sviluppi della vicenda, della quale prevediamo vi saranno strascichi e interrogazioni a livello istituzionale.