Cronache
Delivery, nasce Foodprime. E il cibo da asporto incontra l'alta qualità
Foodprime è una ghost kitchen: ossia un vero ristorante, in cui diversi brand preparano diversi menù che però poi vengono portati a casa del cliente
L'esplosione dell'emergenza sanitaria ha colpito molte imprese, ma ne ha beneficiate altre. Il Food Delivery, per esempio, ha cominciato a volare come mai prima. A marzo 2020, mentre iniziava la pandemia col suo corollario di chiusure, Massimo Viola ha fatto partire la sua Foodprime, una delle prime ghost kitchen in Italia. Si tratta di cucine che ospitano la produzione di diversi brand culinari, ognuna con un suo spazio di cucina e uno chef dedicato, che si occupano di preparare le pietanze, poi consegnate a casa dei clienti grazie alle ormai stranote app di asporto. Tutto è cominciato con due realtà a Roma, dice Viola, che di questa azienda è amministratore delegato.
Come le è venuta questa idea? Avete svolto analisi di mercato prima di intraprendere questa avventura?
Mi sono sempre occupato del settore ristorazione ed eventi. Questa idea nasce da un inaspettato cambio di orizzonti imprenditoriali dovuti alla pandemia globale. La parola chiave per varcare la soglia di questa nuova era è conversione. Da quì, una veloce quanto radicale trasformazione di alcuni ristoranti di mia proprietà a Roma. Il vecchio business doveva lasciare il testimone a qualcosa di nuovo, di più dinamico. Il settore delle ghost kitchen nasce negli Stati Uniti e negli ultimi anni ha ridisegnato le maglie semantiche del modo di vivere l’esperienza dell’alimentazione. Ecco l’emergere nel mondo liquido della rete di piattaforme di delivery capaci di accontentare con una vastissima scelta di piatti una vasta gamma di consumatori. La velocità di scelta, in questo nuovo mutato quadro, ha però aumentato in modo significativo sia la qualità dei prodotti richiesti sia il pregio del servizio offerto. Queste queste piattaforme delivery sono strutturate in modo tale che è anche possibile proporre più virtual brand in una stessa kitchen. Tale opzione ha fatto scattare il desiderio da parte mia e del dottor Alessandro Capellini, mio socio cofounder, di generare quella scintilla capace di aprire un varco in questo mercato e affermarci, proponendo molteplici virtual brand (ossia menu) alla clientela.
Lei impiega cucina di alto livello, quindi anche il cibo a domicilio sta trasformandosi in una cosa meno popolare?
Lo sforzo maggiore in questo genere di operazioni è quello di garantire nel tempo una qualità elevata nei piatti offerti, cosicché sarà indispensabile investire nella ricerca di materia prima di alto livello e premiare la fantasia e l’estro nei nostri laboratori di cucina. Il ghost kitchen, avendo costi di gestione più bassi rispetto ad un attività di ristorazione di tipo tradizionale, consente sia di alzare i livelli di qualità dell’offerta sia di vendere tutti i nostri piatti ad un prezzo più accessibile, accontentando in tal modo tutte le persone che vogliono avvicinarsi a questo tipo di esperienza senza alcun sacrificio economico o di poter mangiare in modo sano e squisito quotidianamente.
Quali le prossime tappe e quali le prospettive?
Attualmente siamo aperti con 2 store a Roma. La prossima settimana inauguriamo lo store di Torino a Porta Susa, a Milano ai Navigli a fine giugno. Sono in cantiere un ulteriore store su Roma che andrebbe e questa estate a Cagliari. Se rispettiamo la tabella di marcia contiamo entro dicembre di aprire 10 store in tutta Italia.
Pensa che andrà altrettanto bene anche quando i ristoranti riapriranno?
Penso che ci sarà una leggera flessione dopo le misure restrittive del Governo per fronteggiare l’emergenza, ma il mercato rimarrà stabile, consolidandosi in modo esponenziale. Sono pronto a scommettere che tali realtà non hanno come mission quella di cancellare il passato. La cucina tradizionale, soprattutto quella italiana, è un patrimonio meraviglioso che va orgogliosamente continuato a vivere e va tutelato e protetto con tutta l’energia che ancora governa la nostra identità. Questo nuova realtà, semmai, andrà ad amplificare l’offerta, consentendo in tal modo, un’accelerazione inevitabile verso un aumento di quella qualità, di quella fantasia, quella ricerca della delizia che ci contraddistingue da secoli. Il futuro ha un cuore antico: continuerà a battere, mi creda, più forte di prima.