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Cospito, "Delmastro va assolto". La Procura di Roma: “Non sapeva fossero segreti”

Le rivelazioni a Donzelli, il procuratore Ielo: “Non c'era dolo”

di redazione

"Delmastro va assolto": la Procura di Roma: “Non sapeva fossero segreti”

La Procura di Roma ha chiesto l'assoluzione per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro imputato, con l'accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Delmastro, difeso dall'avvocato Giuseppe Valentino, era presente in aula.

I parlamentari Pd parte civile

Nel procedimento sono parti civili i parlamentari del Pd che incontrarono in carcere l’anarchico, Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini. "Mi vorrei muovere dall'idea di segreto: tutti, fin dall'inizio' sapevano che questa roba era 'segreta' o 'non segreta', io non lo sapevo e mi sono messo sui libri per studiare. Come faccio sempre", dice, nel corso della sua requisitoria, il procuratore aggiunto Paolo Ielo. "Abbiamo prodotto la richiesta di archiviazione" per Delmastro e noi "non ci spostiamo di un millimetro da qui", aggiunge Ielo. "Vale lo stesso principio per tutti" i cittadini, spiega il rappresentante della pubblica accusa ricordando un processo analogo con imputato diverso celebrato qualche settimana prima e nel quale, la richiesta della procura, è stata la stessa: "richiesta di assoluzione per mancanza dell'elemento soggettivo", conclude.

L'inchiesta aperta nel 2023 dopo le dichiarazioni di Donzelli

L'inchiesta dei pm romani ruota intorno alle dichiarazioni fatte, nel febbraio del 2023, in parlamento, da Giovanni Donzelli, collega di partito di Delmastro. Alla Camera riferì il contenuto di conversazioni avvenute nell'ora d'aria nel carcere di Sassari tra Cospito - poi protagonista di un lungo sciopero della fame per protestare contro il regime del carcere duro -, e detenuti di camorra e 'Ndrangheta, anche loro al 41 bis. Informazioni che Donzelli aveva avuto all'epoca dei fatti Delmastro che ha la delega al Dap. 

Notizie segrete per legge ma manca il dolo

Nella requisitoria, i rappresentanti dell’accusa - oltre a Ielo la dottoressa Rosalia Affinito -, hanno sostenuto che quelle notizie "erano segrete per legge", ma manca l’elemento soggettivo, ossia del dolo, nel senso che Delmastro non sapeva che fossero notizie segrete.

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