Cronache

Diciotti, niente accordo Ue. Oettinger: interessi-sanzioni se Italia non paga

Moavero contro Di Maio: "Pagare i contributi all'Ue è un dovere legale". Parole concilianti dalla Germania

"Se l'Italia si rifiutasse di pagare i suoi contributi all'EUbudget, sarebbe la prima volta nella storia della Ue. Questo comporterebbe interessi per ritardi nei pagamenti. E una violazione delle obbligazioni dei trattati che condurrebbe a possibili ulteriori pesanti sanzioni". Lo scrive su Twitter il commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, che conclude il posto con l'hashtag #cooperazione-non-minacce.

Di Maio rilancia: pronti a tagliare i fondi all'Ue. No piedi in testa, ora riparazione - "A questo punto l'Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione. Non abbiamo piu' intenzione di farci mettere i piedi in testa". Cosi' il vicepremier e capo politico del M5s Luigi Di Maio in un post in cui rilancia: "noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all'Unione Europea. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli".

Moavero contro Di Maio: "Pagare i contributi all'Ue è un dovere legale". Parole concilianti dalla Germania

Salvini e Di Maio non arretrano sulla questione dei migranti e della nave Diciotti, ma nel governo scoppia lo scontro con il ministro degli Esteri Moavero. E i rapporti dell'esecutivo con l'Ue si fanno sempre più difficili.

DICIOTTI, SALVINI: NON SBARCA NESSUNO, ABBIAMO GIA' DATO - "Non sbarca nessuno. Abbiamo gia' dato". Cosi' il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Radiouno sul caso Diciotti. "Penso che gli italiani si aspettino buon senso e rigore". Lo dice il vicepremier Matteo Salvini a Zapping, su Radio1, commentando il caso della nave Diciotti. "Se in Europa fanno finta di non capire - aggiunge - vedremo di pagare un po' meno l'Europa". "Come dice giustamente il presidente Conte e il collega Di Maio, l'Italia paga abbondantemente l'Ue, e vedremo di pagarla un po' di meno". Così il vicepremier Matteo Salvini intervistato da Zapping su RadioRai1."Mi sembra giusto ridurre queste spese di condominio", ha spiegato Salvini. E ancora: "Sto valutando di introdurre procedure di identificazione e riconoscimento dei migranti, per capire se sono profughi o meno, prima ancora che sbarchino". "Mi danno del razzista, fascista, nazista, ma per me gli insulti sono medaglie". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando ai microfoni di Zapping Radio1. A chi gli suggeriva di prendere le distanze, pur senza rispondere nel merito, Salvini ha risposto sottolineando di non essere "razzista, nazista, fascista, schiavista, torturatore".

LA RISPOSTA, SU FACEBOOK, DEL PREMIER CONTE AL NULLA DI FATTO IN EUROPA

L'Italia è costretta a prendere atto che l'Europa oggi ha perso una buona occasione: in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei princìpi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo.

Nel corso della riunione convocata d’urgenza dalla Commissione Europea e che si è appena conclusa non è stato dato alcun seguito alle Conclusioni deliberate nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno. Anzi. Da parte di alcuni Stati è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino “mascherato”, che avrebbe individuato l’Italia come Paese di approdo sicuro, con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all’asilo, che notoriamente sono una percentuale minima dei migranti che arrivano per mare.

Eppure è noto a tutti che l’Italia sta gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati.

Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti.

Bene. Se questi sono i “fatti” vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa.

Luigi Di Maio torna a parlare del caso Diciotti, la nave ancora ferma nel porto di Catania: "L'Europa nasce intorno a principi come la solidarietà, se non è in grado di ridistribuire 170 persone allora ha un serio problema", ha detto ad Agorà. Parole pronunciate mentre a Bruxelles stava per prendere il via la riunione degli sherpa sulla questione migranti. Un vertice finito con una fumata nera. Di Maio ha ribadito la posizione sul possibile taglio dei 20 miliardi di contributi l'anno nel caso di un mancato intervento europeo: "Non vogliamo essere presi in giro dagli altri paesi dell'Unione. Diamo 20 miliardi ogni anno all'Ue e ce ne rientrano poco più di 10. Vogliamo anche contribuire al bilancio, ma se c'è un progetto, una volontà di aiutarci in maniera reciproca. Altrimenti io con 20 miliardi altro che quota 100 per superare la Fornero, faccio quota 90 o 80...". Ma da Rimini, dove è in corso il meeting di Comunione e Liberazione, interviene il ministro degli Esteri Enzo Moavero che stronca la minaccia di Di Maio all'Ue: "Versare i contributi è un dovere legale".

Da Bruxelles, però, arriva una dichiarazione del portavoce della Commissione che sembra una risposta esplicita a Salvini e Di Maio: "Le minacce non sono d'aiuto e non porteranno a avvicinarsi a una soluzione per i migranti a bordo alla Diciotti", ha detto Alexander Winterstein. "In Europa le minacce non servono a niente e non portano da nessuna parte", ha spiegato il portavoce della Commissione. "Il solo modo per risolvere le cose in Europa - ha continuato - è lavorare insieme in modo costruttivo e di buona volontà. Ed è quello che la Commissione cerca di fare da tempo". Ma poi ha avvertito: "Gli Stati membri hanno sempre pagato il loro contributo al bilancio dell'Ue. C'è un chiaro obbligo legale che gli Stati membri hanno sempre rispettato". Come dire: tirandosi indietro, l'Italia si metterrebbe fuori dal quadro giuridico comunitario e dalla legalità. Mentre Tove Ernst, portavoce della Commissione europea per la Migrazione, chiarisce: "La riunione degli sherpa non è stata organizzata per risolvere il caso Diciotti e non ci aspettiamo decisioni".

Ma notizie poco rassicuranti, per l'asse Salvini-Di Maio, arrivano anche dai governi del fronte "sovranista" che dovrebbero essere naturali alleati dell'esecutivo gialloverde. Dall'Ungheria, Paese chiave del cosiddetto blocco di Visegrad (il fronte dei falchi sull'immigrazione), arriva un no a qualsiasi forma di collaborazione. Moavero ha incontrato ieri alla Farnesina il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto e ha chiesto la disponibilità di Budapest ad accogliere una parte dei migranti salvati in mare dalla nave 'Diciotti', riscontrandone la contrarietà, fa sapere la Farnesina che parla di "dissonanze" con l'Ungheria sul tema migranti. "Do poco conto alle minacce, e specialmente a minacce del genere", ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, rispondendo a una domanda sulla possibilità che l'Italia smetta di pagare almeno in parte i contributi al bilancio Ue, come minacciato da Di Maio. "Ma non sopravvaluterei una cosa del genere, non credo ci si arriverà", ha aggiunto il cancelliere.  Linea dura anche dal governo belga. Il segretario di Stato all'Asilo del Belgio, Theo Francken, ha escluso che il suo Paese possa accogliere una quota di migranti a bordo della Diciotti. "Non accoglieremo più migranti illegali che partono sui barconi dall'Africa del Nord, perché non è una soluzione". Solo la Germania usa parole concilianti, affidate alla portavoce della Cancelliera Merkel: "Servono soluzioni comuni durature e affidabili nel procedimento per salvare i migranti. E queste vanno elaborate in Europa. La Germania è ovviamente pronta a dare il suo contributo".

Tornando alle dichiarazioni di Di Maio - mentre crescono le divisioni nel Movimento sul caso Diciotti - il vicepremier attacca quanti sono saliti a bordo della nave e cita esplicitamente Laura Boldrini. "Fanno la passerella a Catania ma non si sono visti ai funerali di Stato a Genova e mi riferisco a esponenti dell'opposizione". Arriva la durissima replica dell'ex presidente della Camera: "Trovo veramente una vergogna che una figura istituzionale usi questi motivi per gestire una situazione complicata. Io potrei dire la stessa cosa. Sebbene lui fosse vice presidente della Camera nella scorsa legislatura non l'ho visto in tante occasioni, in tanti incontri come funerali, più o meno di Stato, quando nostri connazionali sono morti. Non l'ho visto nelle prime ore del terremoto a Peschiera del Tronto, non l'ho visto mentre ancora i vigili del fuoco cercavano persone vive sotto le macerie. Forse in quel momento stava facendo dirette Fb sul nulla".