Cronache
Disastro nucleare: riapre Fukushima dopo 8 anni, Chernobyl città fantasma
Il confronto: in Giappone si torna a vivere, in Ucraina tutto tace da 33 anni
Giappone, Fukushima: dopo 8 anni si può tornare a vivere in città
A otto anni dal disastro della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, in Giappone, colpita da un terremoto e da uno tsunami catastrofici che provocarono una fusione dei noccioli, per la prima volta gli abitanti di Okuma, una città che si trova vicino alla centrale, potranno tornare a vivere nelle loro case. Le autorità giapponesi hanno detto infatti che il 40 per cento della città di Okuma è stato decontaminato dalle radiazioni, e che gli abitanti possono tornare a viverci senza rischi per la loro salute. Dei 10.341 abitanti che c’erano nel 2011, però, solo 367 hanno fatto richiesta per tornare a vivere in città, preoccupati dai possibili pericoli delle radiazioni.
Un sondaggio del quotidiano giapponese Asahi e di un’emittente locale ha rilevato che quasi due terzi degli abitanti evacuati ha ancora paura delle radiazioni, nonostante secondo le dichiarazioni ufficiali la decontaminazione sia stata un successo. In molti inoltre criticano la decisione di riaprire la città, anche se solo parzialmente decontaminata, accusando il governo di volere solo fare propaganda in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. In seguito alle esplosioni del 2011, vennero evacuati circa 160mila abitanti dell’area del disastro. Nel corso degli anni a molti di loro è stato permesso di tornare a vivere nelle loro case ma le città più vicine alla centrale, come Okuma, sono rimaste zone vietate a causa degli alti livelli di radiazioni: fino allo scorso marzo erano in tutto circa 40mila le persone che vivevano ancora lontano dalle proprie abitazioni.
Ucraina, Chernobyl: dopo 33 anni è ancora una città fantasma
L'altro terribile disastro nucleare, classificato con il livello 7, il massimo della scala INES dell'IAEA è stato quello di Chernobyl in Ucraina, avvenuto 33 anni fa. All'1.23 circa del 26 aprile 1986 l'esplosione del reattore numero 4 della centrale nel nord dell'Ucraina provocò la catastrofe nucleare più grave della storia. A distanza di oltre tre decenni poco è cambiato. Un rapporto del Chernobyl Forum redatto da agenzie dell'ONU (OMS, UNSCEAR, IAEA e altre), conta 65 morti accertati e più di 4.000 casi di tumore della tiroide fra quelli che avevano fra 0 e 18 anni al tempo del disastro, larga parte dei quali probabilmente attribuibili alle radiazioni. La maggior parte di questi casi sono stati trattati con prognosi favorevoli. Al 2002 si erano contati 15 morti. Il materiale radioattivo non è mai stato rimosso e le radiazioni, che continuano a disperdersi nell'ambiente circostante, uccidono ancora oggi.