Cronache

Ex marito violento: "Picchiavo sempre mia moglie, mi sono fatto curare"

Di Redazione Cronache

"Ti accorgi di avere reazioni violente? Chiamaci". Da lì ha preso consapevolezza e iniziato un percorso. Michele: "Il patriarcato lo abbiamo tutti dentro"

Michele, l'ex violento che si è fatto curare: "Il primo passo è la consapevolezza di quei gesti"

Il caso dell'omicidio di Giulia Cecchettin ha riacceso il dibattito in Italia sui femminicidi. Mentre si attende l'estradizione di Filippo Turetta dalla Germania, attesa già nei prossimi giorni, si prova a capire cosa faccia scattare questa violenza e come si possa prevenirla. Per provare a spiegare cosa generi questa furia negli uomini verso le proprie compagne interviene un ex violento, un uomo che picchiava la moglie e ha deciso di farsi curare, dopo che lei lo ha denunciato e ha chiesto il divorzio. "Ogni volta che accadeva - spiega Michele a Repubblica - mi pentivo. Cercavo sempre una giustificazione". Poi racconta: "Nella mia vita ho picchiato due donne. La mia ex moglie e una mia compagna. Mia moglie ed io ci siamo sposati giovanissimi, due ragazzi, per dieci anni non abbiamo avuto figli. Il nostro è sempre stato un rapporto burrascoso, avevamo delle brutte litigate e finiva a botte".

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"Una volta le ha dato una spinta contro il muro e l’ho colpita con una testata che le ha spaccato il sopracciglio. Ricordo poi di essermi vergognato tantissimo. Sono corso da mio padre, ho promesso di non farlo più". Da bambino ha vissuto in una cultura "intrisa di maschilismo". Poi tra il 1997 e il 2000 sono arrivati due figli: "È stato allora che è precipitato tutto. Litigavamo di continuo, ero sempre più violento. Alzavo le mani. Picchiavo". Poi un giorno ha visto il manifesto dell’associazione. "Diceva: "Ti accorgi di avere reazioni violente? Chiamaci". È stata come una folgorazione. Ho chiamato subito e mi sono sentito accolto. Dopo tre anni posso dire di essere guarito, ora ho una compagna e il nostro rapporto è sereno. Il patriarcato ce lo abbiamo dentro tutti, sradicarlo è difficilissimo, fa male. La rabbia si può dominare, ma bisogna farsi aiutare".