Cronache

Ferrara-Far West, scontri tra spacciatori. Assalti con macete, mazze e pistole

Antonio Amorosi

Ferrara, guerra tra bande di spacciatori per spartirsi il territorio. 4 scontri e aggressioni in due giorni a colpi di macete, mazze e pistole

 

Ferrara a colpi di macete, mazze e pistole. Meglio che il Far West.

Un'aggressione domenica e tre lunedì. I testimone oculari riferiscono di una lotta per spartirsi le piazze di spaccio in città. Tra questi, per un caso, è presente anche il consigliere comunale della Lega Nicola Lodi: “Ero al momento giusto nel posto sbagliato. Un incubo. Non ci è scappato il morto ma siamo al quarto scontro per strada in due giorni. Qua oramai è normale”.

 

Domenica, 14.30 in piazzale Castellina, nei pressi della stazione dei treni, un nigeriano avvicina un connazionale spacciatore per acquistare 5 euro di hashish e lo paga con una banconota da 10 euro. Ma il venditore non gli dà il resto e la discussione degenera. Il primo tira fuori un coltello per cercare di far valere le sue ragioni, il venditore scappa, i passanti chiamano le forze dell'ordine. I due vengono semplicemente identificati dai carabinieri che non hanno trovato il coltello, visto da testimoni.

Lunedì, ore 18 in via Oroboni, una zona più periferica, c'è uno scontro tra due bande di nigeriani che combattono per strada. Parte la caccia all'uomo. 4 nigeriani inseguono un quinto, probabilmente di un gruppo rivale. Uno degli aggressori impugna un macete e colpisce il rivale alla testa. “Ero lì presente”, spiega Lodi, “se non ci fosse stato per caso una pattuglia di passaggio non so come sarebbe finita”.

L'uomo colpito si accascia a terra col sangue che gli cola dalla testa. Gli aggressori scappano, vista la polizia. La vittima si siede su una gradino e con un poliziotto al fianco e aspetta l'arrivo dell'ambulanza. Finirà in ospedale in rianimazione.

Lunedì, ore 22, poco dopo i fatti di via Oroboni c'è un accoltellamento in Corso Giovecca, zona centrale. Un nigeriano viene colpito da un fendente impartitogli da connazionali. Sul posto arrivano carabinieri e sanitari del 118. 

Sempre lunedì quasi in contemporanea si rischia il bagno di sangue stile film horror in zona Ippodromo. Sono le 22.30, al Caffé bar Vienna, in via Bologna, un ragazzo nigeriano entra spalancando la porta per ripararsi. Era rincorso da una banda di nigeriani armati di macete, ascia e pistola. E' terrorizzato. I titolari e chi è presente gli prestano soccorso e chiamano le forze dell'ordine a cui il ragazzo racconta dell'aggressione.

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E non è la prima volta al Caffé bar Vienna. Era già successo a marzo quando due bande dell'est Europa si sono scontrate in pieno giorno davanti al caffè. A colpi di spranghe di ferro e bastoni appuntiti, per regolare i conti. I clienti del locale, terrorizzati, si sono messi al sicuro all'interno del locale grazie ai titolari. I protagonisti dello scontro, compresi quelli feriti, si sono invece allontanati indisturbati prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Chiamati al telefono quelli del Caffè non vogliono o non possono parlare. “Mi spiace, ho dei clienti, non riesco proprio”, ci spiega un responsabile che non può passarmi il titolare. Il tono è di chi ha paura.

 

E' la normale vita quotidiana ferrarese, con il collasso delle attività economiche ordinarie, chiuse in seguito alla crisi e all'esplosione della disoccupazione (al 10,6 % contro quella della regione a meno della metà e con picchi di disoccupazione giovanile quasi al 24%). E' il collasso del welfare emiliano, repentino, violento, non la normale povertà che si può assaggiare al sud Italia o in zone depresse del Paese. "Tortellini", cooperative e partito si sono sbriciolati di colpo. Ma sono arrivati i nigeriani che da richiedenti asilo sono finiti per strada dopo il periodo di assistenza delle cooperative che fanno assistenza agli immigrati. Le bande un lavoro te lo trovano sempre nelle piazze di spaccio. Foraggiate dalla criminalità slava e italiana vendono hashish, cocaina e ketamina, l'anestetico per cavalli usato come allucinogeno.

“Ferrara è sempre stata una città tranquilla ma ora sembra Laos con inseguimenti per strada e bande di spacciatori che si contendono il territorio”, racconta Lodi, “Non si può andare aventi così. Un migliaio di immigrati sta a spasso senza un lavoro e finiscono nello spaccio. E ci sono zone in cui gli immobili, acquistati a peso d'oro, non valgono più niente. In alcune zone trovi appartamenti con 10000 euro”. 

Una perla di centro storico e una città bellissima ridotti a territorio di scontro tra bande.

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