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Fine vita, alt del Centrodestra in Toscana: ricorso al collegio di garanzia contro la legge
Il centrodestra ha presentato formale ricorso al collegio di garanzia, organo ausiliario regionale chiamato a valutare la conformità allo Statuto delle leggi e dei regolamenti della Regione
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Fine vita, alt del Centrodestra in Toscana: ricorso al collegio di garanzia contro la legge
Alt del Centrodestra in Toscana: potrebbe infatti rimanere in standby per 30 giorni la prima legge italiana che regola tempi e modalità per l'accesso al Fine Vita, approvata martedì scorso dal Consiglio regionale. Il centrodestra ha presentato formale ricorso al collegio di garanzia, organo ausiliario regionale chiamato a valutare la conformità allo Statuto delle leggi e dei regolamenti della Regione.
Collegio che ha fino a 30 giorni di tempo per esprimersi sul ricorso presentato dai capigruppo in Consiglio regionale Marco Stella (Fi), Elena Meini (Lega) e Vittorio Fantozzi (Fdi): in questo lasso di tempo la legge sul Fine Vita non può essere promulgata e quindi non può entrare in vigore. Nella loro istanza, i ricorrenti chiedono di valutare se la norma sul suicidio medicalmente assistito approvata pochi giorni fa, "in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità, risulti conforme allo Statuto della Regione Toscana con il riparto di competenze legislative previsto in Costituzione".
Nei giorni scorsi, prima della discussione della legge da parte del Consiglio regionale, il presidente Antonio Mazzeo aveva respinto un'istanza, sempre del capogruppo di Fi Stella, che chiedeva il parere preventivo al collegio regionale di garanzia, ritenendo che non ne sussistessero le condizioni. Ora il centrodestra si appella direttamente al collegio, congelando di fatto l'entrata in vigore della norma. "Abbiamo trovato un modo per bloccare il primo step della legge - ha spiegato oggi Stella - perché siamo fermamente convinti che sia materia di esclusiva competenza del Parlamento italiano. Era facoltà del presidente del Consiglio regionale poter richiedere un parere preventivo del collegio di garanzia così come avevo chiesto, con il nostro ricorso, invece, il collegio dovrà obbligatoriamente esprimersi.
Noi basiamo il nostro ricorso prevalentemente sui primi cinque articoli dello Statuto regionale. Siamo convinti che il collegio ci darà ragione". Se il collegio si esprimesse a favore dei ricorrenti, l'iter che ha portato all'approvazione della legge di iniziativa popolare promossa dall'associazione Luca Coscioni, sarebbe tutto da rifare. In quel caso il presidente del Consiglio regionale sarebbe tenuto ad assegnare nuovamente l'atto alla commissione consiliare sanità che, nella prima seduta successiva, lo dovrebbe riesaminare limitatamente alle parti oggetto del giudizio di non conformità e riferire al Consiglio entro trenta giorni.
L'assemblea regionale poi dovrebbe riesaminare l'atto discutendo e deliberando sulle sole parti oggetto del giudizio di non conformità statutaria ed esprimere voto finale sull'intera legge. Esclude tuttavia questa prospettiva il presidente dell'assemblea Mazzeo: "Abbiamo seguito l'iter previsto dalla legge nel pieno rispetto del regolamento e dello statuto. Aspettiamo ora con serenità la decisione del collegio di garanzia statutario". Per Mazzeo "la richiesta da parte della destra di ricorrere al collegio di garanzia" è "strumentale e, come ammesso dallo stesso presidente del gruppo Fi Marco Stella, volta solo a ritardare l'entrata in vigore di una norma che vuole l'80% degli italiani".